Roma, 19 settembre 2008. Giulio Anselmi, a tre anni dal suo arrivo al timone del quotidiano di casa Fiat, ha ridato respiro nazionale alla ”Stampa” azzeccando il nuovo formato tabloid ‘piccolo’ e portando la diffusione a 311mila copie. In un’intervista a ”Prima Comunicazione” pubblicata sul numero in edicola da domani parla di come si fa informazione in Italia e del futuro dei giornali nel confronto con Internet. ”Il giornalismo scritto – afferma – e’ ancora il nucleo duro del giornalismo italiano. La carta, tuttora, conserva un elemento di autorevolezza e credibilita’ che non si puo’ attribuire a Internet. E’ quello che ci e’ rimasto e che va conservato con molta attenzione. Forse e’ l’ultimo bene che ci e’ rimasto”. ”I giornali contano poco nell’opinione pubblica, che e’ molto piu’ influenzata dalla televisione, ma contano ancora molto nell’establishment e fra gli opinion maker. Un giornale che scegliesse un taglio esclusivamente popolare, che ignorasse deliberatamente la politica e l’establishment, verrebbe respinto dal pubblico. Pero’ e’ vero – aggiunge – che in Italia il giornalismo politico e’ particolarmente attardato. E una parte del problema e’ che, nel rapporto fra giornalismo e politica, ci sono elementi di vicinanza eccessiva. Ci sono giornalisti che sanno un sacco di cose che tengono per se”’. (ASCA)