Annozero: figuraccia di Mastella

Il ministro abbandona la trasmissione in polemica con Santoro. Solidarietà dal mondo politico, specie dagli ambienti vicini all’opposizione


Riparte Santoro (foto)e, come sempre, non lo fa certo in sordina. Dopo la pausa invernale (si fa per dire), ieri è ripartito il giovedì di Raidue a cura di Michele Santoro e del suo entourage composto dai vari Travaglio, Rula Jebreal, Beatrice Borromeo, il vignettista Vauro e via dicendo. Argomento della puntata di ieri: i Dico, l’omosessualità, l’omofobia e la cultura cattolica nei confronti di tale questione. Tra gli ospiti, il ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Il clima non è certo dei più sereni, con il Guardasigilli a porre in contrasto la propria morale cattolica “vecchio stampo” con le idee progressiste del conduttore e dei suoi ospiti fissi. E’ bastata, a un certo punto, una vignetta di Vauro (nella quale si accostava il ministro alla missionaria Madre Teresa di Calcutta, “Madre Mastella di Calcutta”) per mandare Mastella su tutte le furie: “eh no, basta…io me ne vado”. Parte la bagarre. Accuse reciproche, Mastella addita Santoro come giornalista fazioso, immorale (“Prendersela con la politica quando uno guadagna quasi un milione di euro l’anno, è una cosa disonesta moralmente”). Continua a ruota libera Mastella: “Mandare queste immagini, credo sia nei limiti della correttezza dell’etica professionale. Questo è il problema che pongo al Direttore Generale e al Presidente della Rai, che devono intervenire, e alla commissione parlamentare di vigilanza”. Nominati tutti i santi del Paradiso, Mastella si allontana, con Santoro (che, certo, non le manda a dire) ad incalzarlo: “Fazioso io? E di quale fazione sarei? Io e Travaglio siamo liberi, se qualcuno vuole dirci a quale fazione apparterremmo magari ci iscriviamo”. E continua il conduttore: “Non abbiamo nulla di cui discolparci, sono le solite accuse, i soliti giudizi, non mi debbo difendere rispetto all’opinione che Mastella ha di me. Piuttosto posso assicurare che non guadagno un milione di euro, e quindi spererei che l’azienda lo smentisca. O, in caso contrario, che mi desse i soldi che mi si attribuiscono”. Insomma, non c’è pace per Michele Santoro, condannato a scatenare sistematicamente aloni di polemica di dimensioni enormi che, c’è da dirlo, colpiscono entrambe le fazioni politiche. Il “day after” è segnato da un silenzio interlocutorio da parte dei vertici Rai, mentre il mondo politico non si è lasciato sfuggire l’ennesima occasione per dimostrare quanto poco stiano a cuore i problemi seri ai nostri parlamentari, nettamente più interessati a questo genere di polemiche sterili. Come ovvio, tanta solidarietà nei confronti del Guardasigilli, individuato come vittima sacrificale dell’“arroganza di Santoro”. Addirittura ci sono stati inviti a boicottare il programma, definito “un processo per direttissima contro chiunque abbia qualcosa da obiettare alla ideologia del gay pride”. Una curiosità: la stragrande maggioranza dei giudizi solidali nei confronti del ministro Mastella arriva da parlamentari appartenenti alle forze dell’opposizione, con l’Onorevole Fabrizio Cicchitto in testa (“È l’arroganza di Santoro ad essere insopportabile. Esprimiamo la nostra piena solidarietà al ministro Mastella”). Che sia un piccolissimo segnale della lenta ma inesorabile marcia del nostro governo verso un “grande centro”?(Giuseppe Colucci per NL)

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