Come annunciato pochi giorni fa, oggi il Codacons – coadiuvato dall’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi – ha depositato il ricorso al Tar del Lazio relativo alla vicenda Annozero e ai provvedimenti assunti in merito dal ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola.
Come noto il Ministero dello sviluppo economico nel quale sono confluite le competenze del Ministro delle comunicazioni, in relazione alla trasmissione di Rai2 ha provveduto ad aprire una istruttoria convocando i vertici della Rai per il 7 e 8 ottobre, al fine di verificare se la trasmissione rispetti l’impegno, assunto dalla Rai nel contratto di servizio Rai 2007-2009. "Il contratto di servizio – si legge nel ricorso del Codacons – in armonia con quanto stabilito dalle linee guida approvate dall’Autorità garante nelle comunicazioni, stabilisce che la Rai debba riservare un’ampia percentuale della programmazione ai generi dell’informazione e dell’approfondimento, intendendo per "approfondimento’ i supplementi informativi alle edizioni dei notiziari, rubriche di rete o di testata, inchieste e dibattiti, talk show, ecc. Appare quindi gravissimo e illegittimo avere preteso di controllare il rispetto del contratto di servizio da parte di un solo programma e anzi di una sola puntata del programma e non per la pluralità delle voci presenti ma per il contenuto esplicitato nella puntata dai presenti: censura assurda e assolutamente non consentita dalla legge e dalla Costituzione. In questo senso è corretto asserire che il contratto di servizio della RAI, come del resto tutta la normativa in materia, non consentono affatto al Governo di svolgere istruttorie sui contenuti di una trasmissione di informazione, nè di chiederne ragione ai vertici della RAI, nè di promuovere l’intervento dell’Agcom. Anche di recente, con la sentenza n. 69 del 13 marzo 2009, relativa al caso Petroni, la Corte Costituzionale ha escluso qualsiasi possibilità di interferenza governativa sulla gestione editoriale della RAI ed ha affermato che la Commissione parlamentare di vigilanza ha il compito di mantenere gli amministratori della concessionaria al riparo da pressioni e condizionamenti. Sotto altro punto di vista palese risulta essere la violazione dell’art. 19 della legge n. 112 del 2004 – si legge ancora nel ricorso – che testualmente recita: "è affidato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il compito di verificare che il servizio pubblico generale radiotelevisivo venga effettivamente prestato ai sensi delle disposizioni di cui alla presente legge, del contratto nazionale di servizio e degli specifici contratti di servizio conclusi con le regioni e con le province autonome di Trento e di Bolzano, tenendo conto anche dei parametri di qualità del servizio e degli indici di soddisfazione degli utenti definiti nel contratto medesimo’. Il Ministero, in sostanza, si è sostituito non già all’organo terzo preposto dal Legislatore (la Commissione di vigilanza) ma anche all’Autorità Garante! Ciò denota una chiara violazione dei principi di imparzialità costituzionale, che confluisce in un vero e proprio conflitto di interessi e abuso delle proprie funzioni". Per tali motivi il Codacons e l’ Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi hanno chiesto al Tar del Lazio di sospendere il provvedimento con cui il Ministro dello sviluppo economico ha convocato i vertici Rai. Il testo integrale del ricorso è consultabile sul blog www.carlorienzi.it.