Nulla è ancora ufficiale, si tratta solo di un susseguirsi di voci. Certo è, però, che se tutto lo scenario che si va prefigurando dovesse prendere forma ci sarebbero non poche gatte da pelare in casa “L’Unità”. Secondo un’indiscrezione pubblicata su Dagospia, infatti, la famiglia Angelucci, che edita “Libero” e “il Riformista”, in procinto di acquistare (nonostante numerose smentite) il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, starebbe già pensando al nome del nuovo direttore, che andrebbe a sostituire Antonio Padellaro. L’acquisizione da parte degli Angelucci (che coprirebbero così, trasversalmente, una fetta d’informazione molto importante, da destra a sinistra) non è ancora definita, innanzi tutto. La voce circola da mesi, e alla fine l’affare dovrebbe farsi, ma per adesso si susseguono le smentite. Il portale curato da Roberto D’Agostino fornisce il nome del prescelto a ricoprire la carica di rettore, qualora l’acquisto andasse in porto. Si tratterebbe di Antonio Polito, ex direttore de “il Riformista” (il cerchio si chiude), e attuale senatore nelle file del Pd. Secondo il sito, anzitutto, Polito sarebbe “odiatissimo dai giornalisti de L’Unità”. Nondimeno, essendo un membro del Parlamento, l’ipotesi di abbandonare la comoda poltrona di Palazzo Madama per sedersi su quella spinosa della redazione capitolina non pare una prospettiva così affascinante. Certo è, comunque, che il rapporto che lo lega agli Angelucci potrebbe anche passare sopra a questi particolari.
Altro spunto interessante è offerto dalla casuale concomitanza tra il diffondersi di questa indiscrezione e l’attacco sferrato da Marco Travaglio, una delle firme più illustri del quotidiano romano, nella sua rubrica giornaliera, “Uliwood Party”. Nella giornata di venerdì 7 dicembre, infatti, mentre Polito veniva investito della carica di direttore in pectore del quotidiano, Marco Travaglio si scagliava contro di lui (e contro il deputato Pd, Giuseppe Caldarola) nella rubrica dal titolo “L’onorevole Trombetta”. “Prendete Antonio Polito – esordiva l’editorialista – altro trascinatore di folle (dopo Caldarola, appunto, ndr). Ha diretto per anni il Riformista e dal 2006 è senatore. Se avesse elettori, qualcuno lo fermerebbe per strada chiedendogli spiegazioni su quanto affermato ad Anno Zero: A me la legge Biagi piace così com’è”. E, continuando: “Perché non si è candidato con Berlusconi, che avendola scritta è favorevolista a lasciarla com’è? Ma Polito non avendo elettori non corre rischi”. Parole dure come la pietra.
Su queste parole e sull’annunciata insofferenza da parte della redazione de “L’Unità” nei confronti del senatore ulivista, la famiglia Angelucci dovrebbe riflettere. Sempre che le indiscrezioni circa l’acquisto del giornale siano confermate dai fatti. (Giuseppe Colucci per NL)