Android: nuovi guai in vista per la radio digitale? T-Mobile, l’operatore americano controllato da Deutsche Telekom lancia il nuovo sistema operativo open inventato da Google per i telefoni cellulari

Il telefonino, al momento, appare sempre più la “cosa” che ha maggiori probabilità di diventare un terminale universale per l’accesso a forme di multimedialità sempre più spinte e convergenti


Radio Passioni

Oggi, se siete interessati, potrete seguire sul Web la conferenza stampa organizzata da T-Mobile, l’operatore americano controllato da Deutsche Telekom, per il lancio di Android, il nuovo sistema operativo open inventato da Google per i telefoni cellulari. Non solo per i telefoni cellulari, scrive oggi su CNet Stephen Shankland che prevede per la nuova piattaforma un brillante futuro in televisori, set top box, automobili e ogni altra articolazione della consumer electronics. E’ vero, il software e quindi i sistemi operativi, pervaderà ogni oggetto con dentro un minimo di elettronica. Ed è un discorso che dovrebbe interessare in particolare a noi amanti della radio perché è sempre più chiaro che il telefonino, al momento, è la “cosa” che ha maggiori probabilità di diventare un terminale universale per l’accesso a forme di multimedialità sempre più spinte e convergenti. Soprattutto se in questa offerta consideriamo – magari alla luce del successo radiofonico di iPhone e dei numerosi servizi streaming confezionati ad hoc per il supertelefonino Apple – la fetta riguardante la radio digitale.

Non per caso, all’ultima conferenza sulla radio digitale dell’EBU gli organizzatori hanno avuto l’ottima idea di invitare in rappresentanza dell’industria dei cellulari Miguel Brockstand, che in Ericsson segue lo sviluppo dei prodotti strategici. In attesa di avere la possibilità di linkare alla documentazione sulla conferenza, mi interessa sottolineare che Brockstand ha focalizzato la propria attenzione su MBMS, o Multimedia Broadcast Multicast Service, il protocollo definito dal 3GPP che consente di implementare servizi broadcasting (o multicasting) direttamente sulle infrastrutture mobili, in concorrenza con l’attuale strategia combinata UMTS/DVB-H. Anche sul piano dei protocolli, insomma, le infrastrutture mobili avanzano esplicitamente la loro candidatura al trasporto di contenuti radiotelevisivi di nuova generazione (con interattività direttamente incorporata), accanto a sistemi puramente IP come Wi-Fi e WiMAX e a infrastrutture broadcast come il DAB o il DMB o anche il satellite (HD Radio e DRM funzionano senza bisogno di nuove infrastrutture e questa secondo me è una distinzione molto importante). Dunque, dunque, abbiamo tre infrastrutture, le reti cellulari, le reti wireless fisse e il DAB/DMB… Adesso viene la domanda difficile: quali di queste tre infrastrutture sono già in essere e hanno raggiunto livelli di capillarità dei terminali a dir poco pazzeschi?
Per seguire in Webcast la conferenza di domani 23 settembre alle 16.30 italiane, sintonizzatevi su http://www.t-mobileg1.com/announcement.

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