Ancora beghe, ancora scontri, tra la Lega Calcio e le emittenti locali, circa i diritti sulle partite domenicali.
Si era parlato nei giorni scorsi, anche in maniera molto molto accesa, del nuovo regolamento per cui le tv private che incentrano i proprio palinsesti domenicali – e non solo – sulle partite di campionato, da quest’anno dovranno vedersela col “divieto assoluto di effettuare tele-audiocronache”. Apriti cielo. Tante polemiche ma poi, a ben vedere, la notizia non è così clamorosa come pare. Lo fa notare Fabio Ravezzani, giornalista di Telelombardia, conduttore di Qsvs (Qui studio a voi stadio) e uno dei volti più rappresentativi del pittoresco panorama giornalistico sportivo locale. Ravezzani, in una lettera postata su un blog, in risposta a una telespettatrice spaventata dalla possibile cancellazione del programma dal palinsesto, scrive ai suoi spettatori di restare “tranquilli” perché, dice, “cambierà qualcosa, ma il programma resterà lo stesso”. Il divieto “assoluto di effettuare tele-audiocronache”, infatti, sostiene il giornalista, c’è sempre stato. “Quindi – scrive – nessuna novità: la frase è presente nei contratti con la Lega degli ultimi lustri. Se poi avesse seguito un po’ i nostri programmi, lo sciagurato collega (riferito al giornalista dell’Ansa che aveva dato per primo la notizia della fine dei programmi sulle tv locali, dopo aver letto e frainteso il testo del nuovo regolamento della Lega Calcio, ndr), si sarebbe accorto che non sono fatti di tele-audiocronache, ma che hanno la bellezza di 8 opinionisti in studio che commentano il racconto delle fasi salienti effettuato da un cronista. Dunque è un dibattito sulla partita con le fasi principali raccontate in diretta, nient’affatto una tele-audiocronaca. Non a caso in tutti questi anni siamo andati in onda e abbiamo e abbiamo sempre rinnovato il contratto con la Lega Calcio”. Ciò che cambierà, invece, è che le telecamere di Qsvs non avranno più libero accesso agli stadi, per riprendere le tribune, le curve e il loro inviato-giornalista-tifoso che fa la telecronaca della partita. Questo, è vero, non ci sarà più. Secondo Ravezzani, la Lega avrebbe cavalcato il decreto legge varato nel 2007 dall’allora ministro dello sport Giovanna Melandri, etichettata dal conduttore come “incompetente e petulante”, che equipara il match calcistico a un’opera di ingegno e non a un semplice evento sportivo. “Questo – scrive – ha offerto il destro ai club per escludere le emittenti locali che prima avevano il diritto di cronaca, cioè di riprendere almeno gli spalti in quanto fonte di interesse collettivo. Ora non più. Per Lega Calcio anche i tifosi sono proprietà dei club e quindi se li è letteralmente venduti”. Essendo stati i diritti acquistati per intero dalla Rai, la tesi di Ravezzani è che ora gli spettatori-contribuenti pagheranno il canone Rai per vedersi sottratto un diritto. Le immagini appaltate dalla Rai, infatti, saranno utilizzate esclusivamente, come sempre, da “Quelli che il calcio…”, che le usa poco e niente, non più di 2 o 3 volte a partita. Non come, invece, facevano sino a pochi mesi le locali che, non potendo trasmettere immagini dal campo e non incentrando la trasmissione sull’intrattenimento come il programma della Ventura, destinavano molte energie e molto tempo alle riprese dalle tribune. Ora non più: in sostanza, i contribuenti pagheranno il canone Rai per avere un servizio in esclusiva che, in pratica, non esiste e che sottrae alle locali la possibilità di fornirlo, come fino a ieri avveniva, assolutamente gratis. Al di là di ciò, comunque, la lettera di Ravezzani tranquillizza non poco i seguaci di certe trasmissioni e consente di fare maggior luce sulla questione. Non finiscono qui, però, le beghe tra emittenti locali e Lega Calcio. Sempre per quanto concerne le immagini, infatti, per la stagione che si appresta a iniziare la Lega Calcio ha appaltato tutte le immagini del calcio a Infront, che le produrrà per la Lega e le distribuirà a Rai e locali, assumendo in questo modo una sorta d’esclusiva che impedirà la produzione di immagini potenzialmente “pericolose” ma che, implicitamente, violerà il diritto di cronaca, come in questi giorni hanno fatto notare gli editori delle tv private locali. Secondo Marco Brunelli, però, direttore generale della Lega di A, ciò che cambia è semplicemente “che ci sarà meno stadio e più studio, vuol dire che le emittenti dovranno farsi venire idee nuove”. Intervistato dalla Gazzetta, dice anche: “Avranno (però) anche qualcosa in più rispetto al passato: per esempio, potranno mostrare le immagini, prodotte da noi, dall’arrivo dei pullman delle squadre fino a 10 minuti prima dell’inizio delle partite. Potranno continuare anche a realizzare le interviste del dopopartita in diretta dalla zona mista, mentre i 4 minuti di highlights, che finora erano uguali per tutti, adesso potranno essere personalizzate dalle varie emittenti”. Lo scontro, però, continua. (L.B. per NL)