Svolta della Francia verso l’indipendenza tecnologica. Dal prossimo giugno, infatti, subito dopo la elezioni politiche che daranno il via alla nuova legislatura, sarà il software libero Linux sarà installato sui computer dell’Assemblèe Nationale (la Camera dei Deputati francese) e, nel giro di tre anni, tale sistema si estenderà all’intera pubblica amministrazione. A renderlo noto è lo stesso presidente dell’Assemblèe Nationale, Jean-Louis Debrè, il quale sottolinea con entusiasmo i vantaggi che tale sistema operativo porterà a tutta la PA, ma soprattutto ai cittadini francesi. Già, perché i vantaggi in questione sono quasi esclusivamente di natura economica, perché l’introduzione di Linux permetterà dei risparmi molto rilevanti sui costi di sostegno alla pubblica amministrazione, in virtù della totale gratuità del sistema e della “rottura” dell’oneroso contratto d’esclusiva che lega l’amministrazione dello Stato (e di quasi tutti gli Stati del mondo) ai software di Microsoft. Certo, per attuare questo cambio di tecnologia, sarà necessario un forte investimento iniziale (si parla di circa 30 milioni di euro, tra test d’affidabilità, riconversione di tutti i pc verso il nuovo software e “addestramento” dei dipendenti pubblici), non così incisivo sulle casse dello Stato se si pensa che, proprio nei prossimi mesi, Microsoft lancerà la versione aggiornata del proprio software (e di tutti i programmi in esso contenuti) con un costo per i governi che si aggira sui 20 milioni di euro. Non pochi problemi, però, comporterà questo passaggio di consegne: basti pensare alle forti pressioni che il comune di Monaco di Baviera ha dovuto sopportare un paio d’anni fa, in seguito alla stessa scelta, da parte dell’azienda di proprietà del magnate americano Bill Gates. Occorre coraggio, quindi, e la Francia (così come il Venezuela di Chavez, appena pochi mesi fa) ne ha avuto. Il futuro è nell’open source. E’ ora che Microsoft inizi a rendersene conto. (G.C. per NL)