Centri commerciali, supermercati, ipermercati, persino i negozietti di paese, rappresentano una fucina di immagini pubblicitarie. Negli Stati Uniti sono il sesto veicolo pubblicitario per volume di investimenti da parte delle aziende, con maxischermi, cartelloni, display digitali, anche solo piccole insegne con il nome di questa o quell’altra azienda produttrice. Le imprese investono in modo massiccio in questo settore dell’advertising, ma nessuno aveva mai escogitato un modo per “testare” la reale efficacia di questi investimenti. Ecco, dal prossimo gennaio, partirà una sperimentazione negli Usa, che mira proprio a risolvere questo arcano. La società promotrice è la Vnu, un colosso olandese non nuovo a trovate geniali di questo tipo. Non sono ancora chiare le modalità di registrazione della fruizione e del gradimento, da parte dei clienti, dei messaggi pubblicitari, ma la Vnu ha già raggiunto un accordo con l’In Store marketing institute di Chicago, organizzazione che raggruppa produttori, brand manager e retailer di spicco (Coca Cola, Kellog’s, Walt Disney, Procter & Gamble e molti altri), che collaboreranno a questo ambizioso e stravagante progetto. Per il momento la sperimentazione partirà negli Stati Uniti da gennaio 2007, ma si prevede che i primi dati ufficiali saranno resi noti solo nel 2008. L’obiettivo della Vnu è quello di estendere questa modalità di registrazione del gradimento dei clienti nei confronti della pubblicità nei punti vendita a tutti i novanta stati nei quali l’azienda investe ed è presente sul mercato. (G.C. per NL)