Analisi ASCA – Grillo: editori e giornalisti fanno parte della Casta?

Forse non c’è solo ”la casta” dei politici. Beppe Grillo e i suoi fedeli iniziano a insinuare che ci sia anche quella dei giornalisti


da Franco Abruzzo.it

Il comico genovese, insieme a Sabina Guzzanti, ha intenzione di martellare pure su questo punto. Lo ripete nelle sue performance: servizio pubblico della Rai asservito ai politici e con regole spartitorie di nomina di presidente e consiglio di amministrazione, assenza di editori che facciano solo gli editori (il che finisce per ricreare una commistione tra politica e informazione), un ministro per le Telecomunicazioni (Paolo Gentiloni) che chiama per nome e cognome e a cui imputa di giocare a tennis con il suo ”amico Ermete” come scrive nel proprio Blog ma di non fare un passo in avanti nella direzione della riforma della Rai e delle telecomunicazioni, giornalisti che abbassano la testa ai voleri dei propri editori senza nemmeno discutere. Oltre che contro ”la casta” dei politici, il Blog di Grillo potrebbe quindi ben presto alternare mira e bersagli.
A spezzare una lancia a favore del comico genovese, e’ stata ieri Barbara Spinelli che sulla prima pagina della ”Stampa” ha scritto un editoriale non compiacente con la categoria dei giornalisti (”Quando antipolitico e’ il Palazzo”). Per lei, sono tre gli ingredienti che rischiano di fare di Grillo un fenomeno niente affatto passeggero, come invece si illude la maggioranza dell’establishment. Il primo è ”la complicità che lega il giornalista classico al politico… il giornalista parla al politico per il politico, il politico parla al giornalista di se stesso e per se stesso, e nessuno parla della societa”’. Il secondo è il crescere dell’informazione alternativa non piu’ emarginabile (i blog e la rete internet). Il terzo e ultimo ”è la domanda di politica e non di anti-politica che emana dai blog e movimenti alternativi”.
Finora, con poche eccezioni, tutta l’informazione radiotelevisiva si e’ schierata contro il ”grillismo”. Ne fa fede il proclama del direttore del Tg2 Mauro Mazza che ha accusato Grillo di istigare alla violenza contro i politici. Venerdi’ sera, su Raidue, e’ andata in onda la trasmissione di seconda serata di Gigi Moncalvo ”Confronti” tutta dedicata a Grillo con unico ospite in studio Vittorio Sgarbi. Poi e’ arrivata l’autodifesa di Gianni Riotta, direttore del Tg1, che ha chiamato in studio venerdi’ sera, nel corso di Tv7, Eugenio Scalfari e Giovanni Sartori accusando Grillo di rifiutare il contraddittorio. Su Riotta e il suo Tg1 era stata molto critica Sabina Guzzanti nel corso del suo intervento il giorno prima ad ”Anno zero”, la trasmissione televisiva di Michele Santoro (”Il giorno del Vday a Bologna il Tg2 ha dedicato pochi secondi all’avvenimento”).
Un’altra stilettata contro Riotta compare nel film della Guzzanti ”Le ragioni dell’aragosta”, nelle sale da due settimane. I telegiornali delle reti Mediaset non sono stati piu’ indulgenti verso Grillo, come del resto i principali quotidiani ”Corriere della Sera” e ”Repubblica”. A favore di Sabina Guzzanti gioca il fatto che lei queste denunce le fa da tempo. Almeno da quando giro’ il film ”W Zapatero” nel 2005, raccontando le vicissitudine della sua trasmissione ”Reperto Raiot” cancellata da Raitre dopo la prima puntata. La Guzzanti se la prendeva anche con Claudio Petruccioli, dal 29 luglio 2005 nominato presidente della Rai dopo aver presieduto fino a quel giorno la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Un’anomalia che avrebbe riguardato anche i deputati Giuliano Urbani (Forza Italia), Carlo Rognoni (Ds), Gennaro Malgieri (An), Giovanna Bianchi Clerici (Lega) passati da un giorno all’altro dagli scranni di Montecitorio a quelli di Viale Mazzini senza nemmeno poter essere sostituiti in Parlamento a causa di una legislatura ormai agli sgoccioli.
Poi sarebbero arrivate altre inevitabili anomalie: la non eleggibilita’ di Alfredo Meocci, in quota Udc, come direttore generale della Rai (con multa di 14 milioni di euro al servizio pubblico decisa dall’Autorita’ per le comunicazioni), l’assemblea degli azionisti della Rai che su proposta del ministero del Tesoro decidevano di revocare il mandato di consigliere di amministrazione ad Angelo Maria Petroni sostituendolo con Fabiano Fabiani. Non puo’ quindi stupire che il governo Prodi abbia rischiato di cadere venerdi’ scorso al Senato proprio sulla vicenda Rai (la querelle Petroni-Fabiani) e che il Blog di Grillo si mostrasse neutrale ricevendo per l’ennesima volta l’accusa di ”antipolitica”. Come ha scritto Barbara Spinelli, il problema e’ piu’ generale e riguarda le modalita’ del giornalismo italiano, anche quello della carta stampata. Come si fa a evitare che i giornalisti parlino ai politici e che i politici parlino ai giornalisti tagliando fuori la societa’ e i lettori che dovrebbero essere i primi destinatari dell’informazione? E’ su questo punto che i giornalisti e le loro istituzioni di categoria dovrebbero dire la propria.(ASCA)

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