Come spiegava qualche giorno fa l’edizione online del Times, “più piccolo, più veloce e più economico sono le parole d’ordine per lo sviluppo della maggiorparte dei dispositive elettronici”. Parole che Jeff Bezos – fondatore di Amazon – dovrebbe conoscere molto bene. Ma la tentazione di andare contro corrente era dietro l’angolo. La volontà di stupire gli editori era chiara. Dare speranza ai quotidiani di tutto il mondo era necessario. Tre buone motivazioni per lanciare la seconda generazione di Amazon Kindle, il nuovo libro elettronico basato sulla tecnologia di e-ink (inchiostro elettronico), che consente al dispositivo di visualizzare caratteri del tutto simili a quelli stampati su un quotidiano o su un libro, attraverso la combinazione di 16 diversi toni di grigio. Amazon Kindle Deluxe – così si chiama il nuovo dispositivo (vedi foto) – ha uno schermo di 9,7 pollici (3,7 pollici più grande del precedente), una memoria capace di contenere fino a 3.500 e-book (circa 2.000 in più della versione base), un lettore di file .pdf integrato, una batteria con autonomia di circa due settimane e accede alla rete con connettività di tipo di 3G. Ciò consente ai lettori di abbonarsi ad una vasta gamma di quotidiani internazionali (dal Washington Post, al New York Times) o di acquistare libri in versione elettronica, la cui diffusione, almeno negli Stati Uniti, è paragonabile a quella dei testi tradizionali. L’attuale crisi dell’editoria vede in Amazon Kindle Deluxe una luce di speranza, proprio perché permetterebbe di ridurre nuovamente i costi di produzione, concentrandosi invece sulla disponibilità di contenuti multimediali che, tra le altre cose, potrebbe favorire la diffusione di nuove testate locali online (gli esempi più lampanti sono quelli del citizen journalism di The Local del NYTimes e Patch di Google), nonché la disponibilità di nuove fonti per la raccolta pubblicitaria. Tutto questo può succedere, anche se Amazon Kindle è diventato più grande e un pochino meno portabile della precedente versione. Ma gli analisti spiegano che il formato grande aiuterà l’utenza a migrare, con meno rimpianti, dai quotidiani tradizionali al dispositivo elettronico. Poco o nulla invece è stato detto sui contenuti. Infatti, se questa tipologia di libro elettronico dovesse avere successo anche in Europa (si consideri che attualmente, in Italia, l’unico quotidiano disponibile per Kindle è il Corriere della Sera), non c’è motivo di pensare ad una drastica riduzione dei contenuti. La sintesi testuale tipica del web (articoli striminziti o talvolta limitati alla parafrasi dell’Ansa di riferimento), più volte accusata dagli editori di tutto il mondo per aver singolarmente sedotto numerosi lettori a scapito delle edizioni cartacee, non dovrebbe avere successo su Kindle. Questo perché il prodotto di Amazon si propone al mercato come un vero e proprio sostituto di libri e giornali, visualizzabile anche sotto la luce del sole (dettaglio fondamentale) e come archivio o libreria personale, al pari di un iPod (sebbene il contenuto della memoria non sia fatto da foto o mp3). Oltre allo scoglio della dimensione, che fa di Amazon Kindle Deluxe un prodotto purtroppo non tascabile, c’è quello del prezzo che ne limita la popolarità: il nuovo libro elettronico, decisamente più caro del suo recente predecessore, costa 489 dollari (circa 357 euro). Ma davanti al prezzo non ci si ferma. Soprattutto se la questione riguarda il destino di quei vecchi giornali la cui carta sta ingiallendo velocemente. È sicuramente presto per determinare il successo che Amazon Kindle Deluxe potrebbe avere nel mondo occidentale, ma è opportuno riflettere sulle sue incredibili potenzialità. La tecnologia cerca un connubio con la tradizione. E se molti saranno disposti a rinunciare alla carta stampata, è però sempre più difficile credere che lo stesso possa succedere agli appassionati lettori di romanzi. (Marco Menoncello per NL)