Non siamo certo contenti di aver avuto ragione nel segnalarlo. Ma tant’è. Almeno abbiamo la soddisfazione di vedere che nonostante qualcuno tenti ancora improbabili elogi a questo o a quel ministro o sottosegretario, al tal senatore o deputato "pronto" a sposare la causa (persa), ci avevamo (purtroppo) azzeccato.
Sui tagli all’editoria il Governo, infatti, non torna indietro. "Anzi, rilancia", spiega in un bell’articolo Media Law.it. "Nel 2012, per la prima volta, il Fondo per il sostegno all’editoria scenderà sotto i 200 milioni. Lo prevede la legge di bilancio triennale, attualmente in discussione al Senato. Già nel 2011, senza i 70 milioni reperiti dal Parlamento nel luglio scorso, il Fondo tornerà a quota 230 milioni, per poi scendere a 198 nel 2012, con un ulteriore taglio di 32 milioni. Cifre che comprendono anche i 2 milioni e mezzo circa destinati per legge al funzionamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Morale della favola: i contributi destinati all’editoria diminuiranno di anno in anno. E non basta ricordare che per legge la dotazione dovrà essere prioritariamente assegnata ai contributi diretti (quelli a cooperative giornalistiche o edite da onlus). Anche non considerando i 70 milioni finanziati dalla legge 99, rispetto allo stanziamento previsto dalla stessa legge finanziaria per il 2010, nei successivi due anni il Governo propone un ulteriore taglio rispettivamente di 12 e 45 milioni di euro. Fa allora un certo effetto leggere i dati pubblicati nei giorni scorsi sul sito del Dipartimento dell’Editoria, relativi ai contributi erogati nel 2008 (in riferimento all’anno finanziario 2007). Ovvero, quando le risorse a disposizione di giornali, radio e televisioni ammontavano a 421 milioni di euro, la metà circa dei quali riservati ai contributi diretti. La legge (e il futuro regolamento di delegificazione) consentiranno certamente una migliore distribuzione delle risorse, che finalmente verranno elargite a testate che altrimenti dovrebbero chiudere, e non certo ai grandi gruppi editoriali: ma anche se così dovesse essere, gli stessi contributi diretti non arriveranno mai ai livelli delle tabelle pubblicate nei giorni scorsi. Mentre lo Stato, in attesa di norme di legge che modifichino il regime dei rimborsi postali, accumulerà debiti con Poste italiane sulle tariffe agevolate, autorizzando di fatto l’ente ad aumentare le tariffe stesse. Nonostante il debito pregresso già viaggi verso quota un miliardo, lo Stato nel 2010 ha ridotto di altri 66 milioni rispetto al 2009 i rimborsi a Poste per le tariffe editoriali agevolate e ulteriori tagli per 130 milioni sono previsti per il 2011".