La questione Rai "non è problema del governo". Lo ha detto il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, a proposito della frase del premier Mario Monti riguardo a prossimi interventi sulla Rai.
"Dopo la riforma del 1975, il rapporto è tra il Parlamento e la Rai. Non credo se ne debbano occupare i tecnici", ha aggiunto. Sulla stessa scia il capogruppo del Pdl in commissione di Vigilanza, Alessio Butti. "Il Pdl non si aspetta alcuna novità sulla Rai da parte del governo Monti perché non compete al governo occuparsi di Rai – commenta Butti all’Adnkronos – A meno che Monti non si riferisse a qualche novità sul canone o sul contratto di servizio. Perché altre competenze l’esecutivo non ne ha su Viale Mazzini". "A Monti – aggiunge Butti – regaleremo un ‘bigino’ per ricordargli quali sono le competenze del governo. Fra l’altro ha sbagliato anche location per i suoi annunci, dal momento che era ospite proprio di una trasmissione Rai. Le competenze su qualsiasi riforma o cambiamento sulla Rai sono del Parlamento e quindi si procederà solo se il Parlamento troverà una strada. Il governo di Monti è tecnico, quindi il premier lasci perdere la Rai e si occupi di problemi economici", conclude Butti. Il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza, Fabrizio Morri esprime invece il suo "giudizio positivo delle pur generiche affermazioni del presidente del Consiglio". Per Morri la riforma della governance Rai è ineludibile e "speriamo in un accordo tra le forze parlamentari prima che scada il Cda in carica", a metà marzo, ma "i nostri interlocutori del Pdl non hanno molta voglia di mollare la presa sulla Rai" e dunque "è auspicabile che il governo dica la sua", indicando una via e nel caso manchi l’accordo tra i partiti, prima dello scadere del cda, anche con "un commissariamento per un periodo transitorio che prepari la riforma". Da escludere, invece, una proroga dell’attuale Cda. Secondo il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, da ministro dell’Economia Monti ha il dovere di intervenire. "Il governo Monti lavori da subito alla privatizzazione della Rai che non è più competitiva perché è diventata uno stipendificio senza utili e non riesce più a svolgere in maniera soddisfacente il servizio pubblico. Sbaglia chi dice che Monti non deve occuparsene – rimarca Bocchino – perché dimentica che il ministero dell’Economia è l’azionista della Rai e quindi ha il dovere di intervenire su una sua azienda che va male. Il tema della vendita della tv pubblica non deve essere una proposta propagandistica, ma va affrontato in modo serio per recuperare fondi ed eliminare i partiti dalla Rai”. Sulla questione interviene anche Claudio Fava, della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. ”La Rai è un bene comune e va sottratta ai partiti, non ai cittadini – sottolinea in una nota – Dopo anni di Rai privatizzata dai segretari dei partiti, ci saremmo aspettati dal governo Monti un impegno per restituire al servizio pubblico radiotelevisivo la sua funzione e la sua autonomia”. Per il senatore Pancho Pardi, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, "riformare la Rai attraverso un serio piano di rilancio è una priorità, ma la privatizzazione non è, non può essere la soluzione. La Rai deve restare servizio pubblico e come tale non può rispondere alla voce e agli interessi di alcun padrone". "Il problema è semmai un altro, e cioè la lottizzazione selvaggia che ha reso l’azienda ostaggio dei partiti e di chi è al governo. La prima emergenza è quindi rompere l’assedio della politica e affidare l’azienda a professionisti indipendenti e capaci – conclude Pardi – solo così la si potrà salvare dal disastro a cui è ora condannata". (Adnkronos)