Il neo premier criticato duramente negli editoriali di “Financial Times”, “Economist” e “Wall Street Journal”, dedicati al futuro della compagnia di bandiera.
Diciamoci la verità, Berlusconi non è mai stato ben voluto dalla stampa internazionale. Ma probabilmente pochi casi come quello di Alitalia avevano scatenato una pioggia di critiche come quella che negli ultimi mesi sta assalendo il governo Berlusconi IV, iniziate, in verità, prim’ancora che l’attuale maggioranza trionfasse alle elezioni. Durante la campagna elettorale, infatti, al grido di “salviamo l’onore nazionale”, il PdL si era duramente opposto alle soluzioni ricercate dalla scorsa maggioranza di governo, che aveva invano tentato di trovar un partner straniero per l’acquisizione della disgraziata azienda, ritrovandolo in un primo momento in Air France. Gli strali del “Financial Times”, nei giorni scorsi, si sono scagliati contro il Governo ed i sindacati Alitalia, che tanto si erano opposti all’acquisizione da parte di Air France-Klm. In un editoriale a firma di Paul Betts, infatti, Berlusconi viene criticato per come, in fase di campagna elettorale, ha gestito la faccenda, smontando letteralmente l’ipotesi Air France, per puro “orgoglio nazionale”, promettendo una cordata che ancora oggi si fatica a trovare e la soluzione del prestito ponte da 2 miliardi di euro che, secondo Betts, non risolverà la soluzione, specie a causa dell’impennata del prezzo del greggio. E poi c’è Giulio Tremonti, influente ministro dell’economia, come il giornalista inglese lo definisce, che sarebbe più propenso a rimangiarsi le parole della campagna elettorale ed a trovare una soluzione all’estero. Anche l’”Economist”, storicamente avverso alle politiche berlusconiane in materia d’economia, non risparmia critiche ed esprime perplessità circa le capacità del nuovo esecutivo di risollevare l’Italia dalla compromessa situazione economica in cui versa. Sul caso Alitalia, poi, il quotidiano economico d’oltremanica esprime i propri dubbi circa il futuro comportamento del governo sul tema delle privatizzazioni, visto come sta agendo a proposito della compagnia aerea. Per finire, il “Wall Street Journal” dell’“amico” Murdoch, già in fase di campagna elettorale esprimeva un giudizio che, osservato col senno di poi, fa sorridere molto amaramente. “E’ raro per un politico – scriveva il Wsj all’inizio di aprile – innescare una grave crisi prima ancora che abbia vinto le elezioni. E’ quello che Silvio Berlusconi ha fatto con Alitalia. Se, come sembra, otterrà il suo terzo mandato si sarà meritato qualsiasi sofferenza che dovesse venirgli dalla compagnia di bandiera”. E le sofferenze sono iniziate. (G.M. per NL)