Riceviamo e pubblichiamo da ADUC
Roma, 13 Febbraio 2009. Mentre i cassaintegrati protestano (non siamo d’accordo con l’occupazione delle strade) perche’ da mesi non ricevono l’indennita’, mamma (diremmo matrigna) Rai sfoggia i vecchi e consunti merletti del festival canoro di san Remo, con strascico di polemiche sui compensi milionari (o simili) che vengono presi da questo o quel presentatore o partecipante alla sagra musicale. Per tenere sotto controllo il popolino, nell’antica Roma si distribuiva pane e si promuovevano spettacoli. Panem et circenses, insomma. Oggi sono rimasti solo i giochi di circo (san Remo) ma inizia a scarseggiare il pane, visto che il Fondo monetario internazionale (Fmi) lancia l’allarme con “la crisi finanziaria deve ancora colpire l’economia reale”. Si annunciano tempi bui e allora non rimane che illuminarli con le tremoli luci di una ribalta teatrale. La domanda che sorge spontanea e’: perche’ non si pagano i cassintegrati visto che la tassa di imbarco e’ stata triplicata (3 euro)
proprio
per sopperire a questa esigenza? Sollecitiamo una risposta a Sua Eminenza, il ministro del cosiddetto Welfare, Maurizio Sacconi, al quale vorremmo sollecitare la (ri)lettura delle encicliche sociali quali la Rerum Novarum di Leone XIII del 1891, la Quadragesimo anno di Pio XI del 1931, la Mater et Magistra e la Pacem in Terris di Giovanni XXIII, la Laborem Exercens e la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II. Al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che e’ titolare di un ministero “proprietario” della Rai, chiediamo di valutare se gli investimenti della controllata siano congrui in relazione all’attuale crisi economica e al canone che i contribuenti pagano. Vista la situazione sarebbe utile depennare il festival di san Remo dai programmi e abolire il canone Rai. I contribuenti ringraziano.
Una interrogazione parlamentare in tal senso e’ stata preannunciata dalla senatrice Donatella Poretti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc