Nata dieci anni fa, si è conquistata un posto di rilievo nella storia contemporanea, grazie al fatto di essere la rete tv “preferenziale” tramite la quale Al Qaida mandava messaggi di morte al mondo occidentale. Ma Al Qaida è per fortuna molto di più: è l’unico network libero del mondo arabo, libero dalle pressioni dei regimi, libero dalle influenze etnico-politiche. Da oggi la televisione araba inaugurerà un nuovo canale totalmente in inglese, che trasmetterà, inizialmente, 12 ore giornaliere e, da gennaio, nell’arco delle 24 ore. Ad inaugurarla sarà un’intervista esclusiva concessa dal primo ministro britannico Tony Blair. Le motivazioni di questa espansione verso ovest vanno ricercate nell’ormai diffusissima conoscenza (e curiosità) da parte del mondo occidentale nei confronti di questa tv, ormai da anni sulla bocca di tutti per via della varie guerre mediorientali di cui ha avuto occasione di parlare. “Il lancio di un canale in inglese offre la possibilità di arrivare ad una nuova audience, abituata a sentir parlare di Al Jazeera senza poterla guardare o capirne la lingua” afferma Wadah Khanfar, direttore generale dell’emittente. Ed, in effetti, è vero, dal momento che forse nessun network gode di tanta popolarità, pur non essendo possibile fruirne. Gli obiettivi in termini di strategie d’azienda, invece, prevedono la costituzione di una rete di uffici che andranno da Kuala Lumpur a Washington, passando per Londra, andando a contrastare “il monopolio dei network all news internazionali, americani, britannici e francesi” continua Khanfar. Per lo sbarco in occidente, il gruppo dirigenziale del network ha annoverato una serie di “pezzi da novanta” del giornalismo mondiale, dal guru del giornalismo britannico, Sir David Frost, al presentatore Darren Jordon. Non solo Al Qaida quindi, ma tanta tanta informazione libera. E una sfida aperta ai colossi anglo-americani. (G.C. per NL)