La sensazione è che finirà come con le provvidenze per l’editoria: le emittenti locali verranno messe davanti al fatto compiuto.
Speriamo vivamente di essere smentiti, ma, da come si stanno mettendo le cose a riguardo dell’assegnazione dei diritti d’uso per i canali digitali agli sghellati operatori di rete nel nord Italia, c’è poco da star tranquilli. Come numerose volte (più o meno solitariamente, come al solito) abbiamo segnalato su queste pagine, dei tavoli tecnici propedeutici all’assegnazione dei diritti d’uso per l’area tecnica 3 (la prima ad essere switchoffata con il grande esodo del 15 settembre) non vi è traccia. Essi erano stati annunciati per meta febbraio; poi segnalati per fine marzo; indi ipotizzati per aprile. Ma la verità è che ad oggi non sono stati nemmeno calendarizzati. Dice qualcuno: colpa della revisione del Piano Nazionale per l’Assegnazione delle Frequenze digitali dell’Agcom, con il quale verranno setacciate ulteriori frequenze per favorire i network provider nazionali attraverso l’adozione della tecnologia k-SFN (sbugiardando implicitamente gli inni con i quali era stata introdotta nel nostro paese la tecnica SFN). “Balle”, risponde qualcun altro, secondo il quale la volontà politica è quella di concertare il meno possibile, comunicando le assegnazioni ad agosto. Quando, notoriamente, in Italia sono tutti aperti e disponibili. E di tempo per contestare ed indignarsi non ce n’è.