Inviata oggi dall’Agcom al Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni televisive una comunicazione sugli aspetti mediatici connessi all’omicidio di Sarah Scazzi.
Nel merito, Agcom ha invitato ad una riflessione “sulla trasposizione mediatica dei fatti tragici e delittuosi” e “sulla diffusione di indiscrezioni e illazioni che pongono sotto nuovi aspetti il problema della tutela della dignità umana e della protezione dei minori”. L’intervento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni si è reso necessario alla luce delle modalità con cui, nelle ultime settimane, gli organi di informazione hanno trattato il delitto della quindicenne di Avetrana, Sarah Scazzi. Una vicenda alla quale sono state dedicate numerose trasmissioni televisive, con conseguenti notevoli polemiche ed appelli ad un’inversione di rotta. Già lo scorso 15 ottobre, infatti, sia pure senza esplicito riferimento al caso Scazzi, il Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione Media e Minori aveva pubblicato una “Lettera aperta alle Emittenti televisive italiane su trasmissioni riguardanti minori vittime di violenze e assassinii”, nella quale aveva evidenziato come “il doveroso e ineludibile diritto di cronaca non deve travalicare il limite del rispetto della delicata fragilità emotiva legata alla fase di crescita dei minori”. Nella lettera/appello il Comitato tv e minori aveva quindi richiesto al Ministro dello Sviluppo Economico On. Paolo Romani, al Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, al Presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza On. Alessandra Mussolini ed al Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo e la vigilanza dei Servizi radiotelevisivi Sen. Sergio Zavoli di avviare una riflessione “sullo spazio dedicato dalle televisioni italiane a notizie di criminalità, ben maggiore rispetto a quello riservato dagli altri principali telegiornali europei”. "L’amplificazione mediatica del crimine e la sua spettacolarizzazione – recitava il documento – se sembra premiante per l’audience, provoca assuefazione e indifferenza al male con effetti pericolosi e anestetizzanti nel tessuto culturale e sociale del nostro Paese”. L’appello del Comitato tv e minori è stato dunque raccolto dal Consiglio dell’Agcom, che con la segnalazione odierna, pur sottolineando la rilevanza costituzionale della liberà di informazione, la quale deve essere scevra da ogni compressione, ha tuttavia evidenziato la necessità del contemperamento di tale libertà con la tutela di cui devono godere i minori. Informare, dunque, ma nel modo corretto, evitando la spettacolarizzazione di vicende drammatiche, “La reiterazione ossessiva delle immagini” e “l’affastellarsi di ipotesi delittuose”, che “alimentano incertezza e smarrimento nel pubblico minore all’ascolto, tanto più se in fascia protetta”. (D.A. per NL)