Agcom: sanzioni per 795mila euro nei confronti di operatori tlc. Definizione degli obblighi di Telecom Italia nel mercato dell’acceso alla rete fissa

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni adotta nuovi provvedimenti a favore degli utenti dei servizi di telecomunicazione. Nell’ambito della sua attività istituzionale in questo campo, l’Agcom ha assunto ieri alcune decisioni a tutela del consumatore. In particolare:
– in materia di portabilità del numero mobile, l’Autorità ha sanzionato per 360.000 euro Telecom Italia. Il provvedimento è motivato dalla condotta dell’operatore che, nonostante le formali contestazioni dell’Agcom, ha continuato ad utilizzare, a fini commerciali e promozionali e senza soluzione di continuità con il passato, i dati dei propri clienti. Tutto ciò ha impedito o rallentato ingiustificatamente il corretto svolgimento delle procedure di portabilità.  L’Agcom ha inoltre approvato la proposta finale di impegni presentata da Wind a fronte di un procedimento sanzionatorio avviato in precedenza, mentre ha dichiarato inammissibile un’analoga proposta di impegni presentata da Vodafone, dando un termine di 15 giorni per la sua riformulazione.
– in materia di comportamenti scorretti degli operatori, l’Autorità ha comminato sanzioni per servizi non richiesti a Telecom Italia (116.000 euro), Opitel (116.000 euro), Wind (58.000 euro); inoltre, l’Agcom ha sanzionato Vodafone ed Opitel per mancata ottemperanza ad un provvedimento temporaneo del Corecom (20.658 euro ciascuno), Telecom per mancata risposta scritta ad un reclamo (20.658 euro), il centro servizi Calypso per mancata trasparenza delle condizioni tariffarie (103.292 euro).
Sempre ieri, il Consiglio dell’Agcom ha approvato una proposta di delibera con la quale si definiscono gli obblighi di Telecom Italia nei mercati dell’accesso alla rete fissa. Il documento, che dovrà essere sottoposto a consultazione pubblica nazionale ed al parere della Commissione Europea, conferma i precedenti obblighi di Telecom Italia in materia di accesso alla rete, trasparenza dell’offerta, non discriminazione, controllo dei prezzi.
L’Autorità ha tuttavia deciso di eliminare l’obbligo di price cap per il canone telefonico dovuto dalla clientela finale (consumatori ed aziende). Portata ieri a consultazione, questa misura – che comunque salvaguarda le cosiddette “fasce sociali” e rispetta gli obblighi di servizio universale – allinea l’Italia agli altri Paesi comunitari, e serve a stimolare più innovazione nelle offerte a vantaggio dei consumatori. Rimangono regolati i costi delle tariffe all’ingrosso.
L’Autorità ha proposto nella consultazione che il meccanismo pluriennale di tariffe all’ingrosso della rete di accesso (unbundling) entri in vigore il 1° maggio 2010, con una decisione entro marzo 2010, all’esito di una valutazione approfondita dei costi, secondo le indicazioni della Commissione Europea (modello a costi correnti). Fino all’adozione del nuovo modello, l’Autorità propone di lasciare invariato il costo dell’unbundling.
Il provvedimento in consultazione tiene conto degli Impegni Open Access formulati da Telecom Italia e già approvati dall’Autorità lo scorso dicembre. Si prevede infatti che gli Impegni costituiscano un complemento alla regolazione di dettaglio.
Infine, nel confermare sostanzialmente l’impianto degli obblighi (remedies) all’ingrosso cui è soggetta Telecom Italia, l’Autorità ha anche provveduto ad adeguare l’impianto regolamentare all’evoluzione della rete dell’operatore dominante, verso le reti di Nuova Generazione. In linea con quanto propone la Commissione Europea, sono stati introdotti obblighi anche per nuovi servizi all’ingrosso (fibra spenta e cavidotti, in particolare), così da garantire – anche nello scenario delle reti a larghissima banda – un’effettiva competizione tra Telecom Italia e gli altri operatori di rete fissa.
Il provvedimento approvato, unitamente agli Impegni di Telecom Italia, verrà notificato alla Commissione Europea.

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