Come immaginabile, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non ha gradito la puntata di ieri sera di Report. Infatti, con estrema solerzia, l’ente presieduto da Corrado Calabrò (foto) ha diffuso oggi il seguente comunicato .
"Con riferimento a quanto affermato da una dipendente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nel corso della trasmissione Report andata in onda ieri, l’Agcom si riserva di tutelare in ogni forma e in tutte le sedi l’onorabilità dell’istituzione e dei propri dipendenti che prestano ogni giorno la loro attività con spirito di servizio, impegno e competenza". Ma cosa è successo in tv di così grave da generare la seguente reazione? La spiegazione la dà il Codacons, che ha depositato oggi stesso alla Procura della Repubblica di Roma e alla Corte dei Conti un esposto dove chiede che sia fatta chiarezza su alcuni aspetti emersi nel corso del programma. In particolare, nel mirino dell’associazione sono finite le dichiarazioni di una dipendente della sede romana dell’Agcom, che avrebbe ammesso di percepire da quasi 5 anni un ottimo stipendio senza però svolgere alcun lavoro e alcuna mansione in seno all’ente, percependo quindi soldi solo per "scaldare la sedia". E come lei – stando sempre alle affermazioni della donna – almeno la metà dei dipendenti della sede di Roma dell’Autorità si troverebbero nelle medesime condizioni. Alla specifica domanda dell’autore del servizio Bernardo Iovine se avesse intenzione di passare "anni cosi a scaldare la sedia", la dipendente ha risposto: "Eh, io ho anche un certificato della Asl che mi attesta uno stato per stress per situazione lavorativa avversa. Ma che ci faccio, ci vado al Tar?"‘ "Vogliamo che la Procura di Roma e la Corte dei Conti facciano chiarezza sulla vicenda – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – accertando la veridicità delle affermazioni della dipendente ed eventuali illeciti penalmente rilevanti specie a danno dell’Erario, considerando che i fondi percepiti dall’Autorità dovrebbero essere utilizzati per le attività proprie dell’ente e per tutelare i cittadini dai poteri forti".