Entro l’estate, Agcom sarà chiamata ad approvare il nuovo sistema di calcolo per l’utilizzo delle frequenze televisive. Ma, a riguardo, sono già cominciate le critiche e diversi sono i punti di scontro.
Infatti, secondo la Finanziaria 2000, la tassa versata dalle emittenti viene calcolata nella misura dell’1% sul fatturato per quanto riguarda le televisioni nazionali, mentre viene versata nella misura fissa di € 17.776,00 per quanto riguarda le emittenti locali. Rai e Mediaset, da sole, versano il 96% del gettito totale percepito dall’Erario. Ora però le cose potrebbero cambiare, ma a condizione che arrivi il via libera dalla Ragioneria dello Stato essendo prevista una netta diminuzione dell’introito percepito dalle casse dello Stato, quantificato in circa 40milioni di Euro solo per il 2014. Sono previste alcune importanti novità: innanzitutto, il canone verrà versato dagli operatori di rete (quindi, RaiWay per Rai, Elettronica Industriale Towers per Mediaset) e l’importo verrà determinato in base alla quantità ed alla qualità delle frequenze impiegate. Secondo questi nuovi parametri, si stima che Rai e Mediaset risparmierebbero circa 10 milioni di euro ciascuna, mentre gli editori nazionali minori saranno penalizzati ed altri, che sino ad oggi non pagavano nulla perché nati con il digitale terrestre, non potranno più godere dell’esenzione. Per le emittenti locali, il contributo – da fisso – sarà rapportato al tipo di frequenza ed al bacino di utenza. Le tappe del provvedimento che l’Agcom dovrà emanare in applicazione della L. 44/2012 sono le seguenti: il 24 aprile, l’Autorità – che già lo scorso 13 marzo, tramite il suo presidente, Angelo Cardiano, aveva dato un colpo di freno – esaminerà ancora la bozza del provvedimento e, in caso positivo, partiranno le consultazioni pubbliche, ma solo questa estate, forse, il sì definitivo. (D.G. per NL)