Leggo tra le biografie dei Commissari di Agcom che Stefano Mannoni (foto) è nato nel 1966 ed è professore ordinario di storia delle costituzioni moderne alla Facoltà di Giurisprudenza di Firenze e avvocato. Leggo poi il testo dell’intervento in occasione della riunione FRT di pochi giorni fa a Roma – e puntualmente riportato da Key4Biz – in cui il Professor Mannoni tira le orecchie anche alle manchevolezze di un mercato caratterizzato sì da un assetto normativo quanto mai vago, ma anche da imprenditori mediatici che non sempre sono un chiaro esempio di coraggio. Giustissimo, condivido.
Poi vado alla conclusione del discorso:
In secondo luogo occorre chiedersi quale cura richieda un mercato che alla fine della giornata si rivela più dinamico e flessibile di quanto si era creduto o affermato. Se è vero che le frequenze ci sono, se è vero – come attestano i nuovi dati del Sic che l’Agcom si accinge a rilasciare- che l’operatore satellitare continua a intercettare la crescita delle risorse, viene da chiedesi se l’attuale quarantena legislativa non sia una terapia sproporzionata ai mali del sistema. E’ una domanda che giro a tutti i presenti senza pretendere di avere la risposta. Mi vengono in mente però le parole di Giolitti il quale a chi gli chiedeva nel 1915 se all’Italia convenisse entrare in guerra rispondeva che trattando con gli Imperi centrali si sarebbe ottenuto parecchio. E nel lasciarvi a questa riflessione rassicuro le imprese del settore radiofonico: non sarete la cenerentola del digitale. Parola di Agcom.
Con tutto il rispetto per la dottrina e la cultura del bravo accademico che cita Giolitti. E’ come se il capo dell’OFCOM citasse Churchill o magari Disraeli. Parola di Radiopassioni.