Intervenuta (scarica il pdf) alla “Indagine conoscitiva sull’assetto del sistema delle comunicazioni elettroniche e sulle prospettive delle nuove reti per le comunicazioni elettroniche”, voluta dalla IX Commissione – comunicazioni e trasporti – della Camera dei deputati, Adiconsum ha elencato le priorità e le soluzioni da adottare perché la futura Rete NGN (Next Generation Networking) sia finalmente a misura di cittadino, consumatore ma anche lavoratore in tutte le forme e declinazioni.
Per l’Adiconsum la soluzione è
Una rete completamente in fibra ottica, che sia in mano ad un’unica società che consenta poi alle telco di gestire su di essa modelli di business a parità di condizioni di accesso;
una Rete che sia il braccio operativo di un sistema di connettività che sia finalmente “servizio universale” senza se e senza ma: 100% della copertura del territorio e della popolazione;
una rete che sia tale sino alla presa presente all’interno degli appartamenti, che non esista più il concetto di ultimo miglio, tanto meno da dare in unbundling agli operatori, perché Il consumatore non deve veder ripetuti gli errori fatti sino ad oggi, che gli rendono la vita impossibile per guasti, scarse prestazioni, difficoltà a cambiare operatore;
una Rete che riutilizzi, per quanto, possibile tutto quello che è già stato realizzato (progetto Socrate) senza inutili e costosi doppioni. Adiconsum chiede quindi la costituzione di un Catasto della fibra ottica e di un piano regolatore delle città digitali;
per le NGN wire-less, dopo aver sottolineato come quanto fatto sino ad oggi sia assolutamente inadeguato ad una rete NGN, Adiconsum ha proposto di utilizzare gli white spaces delle frequenze dei canali TV, oltre che utilizzare le frequenze liberate dallo spegnimento della tv analogica.
Adiconsum ha anche espresso tutta la sua contrarietà all’affermazione del Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani: «si valuta che 5,5 milioni di italiani vivano in aree a fallimento di mercato, dove non ha senso economico portare la fibra». E’ esattamente il contrario: la fibra va portata proprio in quelle aree, perché il terzo mondo dell’Ict non è nelle zone geografiche ma nell’intelligenza delle persone.