Già capo della terza pagina e dei supplementi culturali de Il Mattino, passato in Rai ha coordinato Tv7, per poi divenire caporedattore di Speciale Tg1, e in seguito corsivista televisivo e inviato speciale.
Paolo Giuntella, volto noto e stimato della RAI, si è spento ieri sera dopo una lunga malattia. “La scomparsa di Paolo Giuntella addolora e suscita profondo rammarico per il senso della missione che lo ha guidato” afferma il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che ha inviato un messaggio alla famiglia del giornalista. Cordoglio è stato espresso dal sottosegretario con delega all’Editoria Bonaiuti. Il presidente del Senato Schifani ha definito Giuntella un “apprezzatissimo commentatore politico”. Per il segretario del Pd Veltroni ha “interpretato il suo lavoro in Rai con cultura e indipendenza”. Era il quirinalista del Tg1 già durante il settennato di Ciampi. Colpito da un brutto male, ha lottato con dignità senza mai rinunciare al suo impegno professionale, fino agli ultimi giorni. Di lui si ricorda anche l’impegno per la libertà d’informazione: fu uno dei fondatori del Gruppo di Fiesole. Nel 1966 fu tra gli “Angeli del Fango”, dopo l’alluvione di Firenze. Nel 1979 fonda “Rosa Bianca”, un’associazione cattolica orientata a sinistra, i cui convegni, per tutto il corso degli anni ‘80, saranno animati da molti dei futuri dirigenti e intellettuali dell’Ulivo e del Partito Democratico. Già capo della terza pagina e dei supplementi culturali de Il Mattino, passato in Rai ha coordinato Tv7, per poi divenire caporedattore di Speciale Tg1, e in seguito corsivista televisivo e inviato speciale in Irlanda, Albania, nelle zone colpite dal terremoto del ‘97 in Umbria e Marche e in Kosovo, dove è stato menzionato al merito dall’ambasciatore italiano per aver salvato la vita di un disabile, rimasto intrappolato in un’abitazione incendiata. (M.P. per NL)