Furio Scarpelli, scrittore e sceneggiatore cinematografico, lume della commedia italiana, è morto a Roma la scorsa notte all’età di 90 anni, con lo spirito, l’umorismo, l’energia di un ragazzino.
Era nato a Roma il 16 dicembre 1919. Vero talento per il disegno e la scrittura satirica negli anni ’30 frequentò le redazioni delle più celebri riviste satiriche dell’epoca, dal Marc’Aurelio al Bertoldo. Lì incontrò il bresciano Agenore Incrocci ed insieme, dal ‘49 all’85 firmarono circa 120 film come Age & Scarpelli. La storica coppia produsse alcuni dei primi successi di Totò: “Totò le Mokò”, “Totò sceicco”, “47 morto che parla”, “Totò tartan”, “Totò cerca moglie” per citarne alcuni, ed altri capolavori come: “I soliti ignoti”, “La grande guerra”, “I Compagni”, “L’armata Brancaleone”, “Temporale Rosy” di Mario Monicelli; “La marcia su Roma ”, “I Mostri” e “In nome del popolo sovrano” di Dino Risi; “Sedotta e abbandonata” e “Signore e Signori” di Pietro Germi. Collaborò con Sergio Leone nel “Buono il brutto e il cattivo”, Alessandro Blasetti e Nino Manfredi, e, interrotto nel 1985 il sodalizio con Incroci, anche con Ettore Scola nel “C’eravamo tanto amati”, “La terrazza”, “La cena” e “Concorrenza sleale”. Con giovani autori e registi diventò, insieme a Leo Benvenuti, un punto di riferimento. Nacquero così i primi film di Francesca Archibugi e Paolo Virzi’ e si strinse il rapporto con i giovani sceneggiatori delll’Anac (Associazione Nazionali Autori Cinematografici) e del Centro Sperimentale di Cinematografia dove insegnò per anni. In coppia con Incroci conquistò nel 1975 tre Nastri d’argento e un David di Donatello per “Romanzo popolare” di Monicelli; due David nel 1987 per “La famiglia” di Scola e nel 1966 per “Celluloide” di Carlo Lizzani. Fu tra gli sceneggiatori de “Il postino” di Michael Radford, ultimo film di Massimo Troisi. Con Paolo Virzì scrisse “Ovosodo”. Curò la regia di: “Concorrenza sleale” (2001), “Opomoz” (2003), “N (Io e Napoleone)” (2006); “Baciami Piccina” (2006). Il suo ultimo lavoro, in qualità di supervisore della sceneggiatura, fu per l’esordio alla regia di Stefania Sandrelli, “Christine Cristina”, biopic sulla poetessa Cristina Da Pizzano che uscirà al cinema il 7 maggio. Con la sua morte, il cinema italiano dice addio ad uno dei suoi esponenti culturali più illustri e sagaci, che hanno raccontato in modo ironico e incisivo un’era molto importante per la storia, la società e il costume del nostro Paese. Walter Veltroni ha dichiarato alla stampa: “Furio era una persona colta e ironica, con una grande passione civile ed una innata signorilità. Ha inventato storie meravigliose e reso giustizia al valore assoluto della fantasia. Era un fine intellettuale con un profondo senso del valore di un linguaggio popolare. Ha fatto grande il cinema italiano. Ha onorato il Paese che amava e che lo faceva soffrire. Mi dispiace molto, davvero molto”. I funerali saranno celebrati domani pomeriggio alle 15, nella Chiesa degli artisti di Piazza del Popolo, a Roma. (R.R. per NL)