Google e l’operatore di tlc USA Verizon, con core business sulla banda larga, hanno annunciato la sottoscrizione di un accordo teso a promuovere una nuova proposta di quadro regolamentare per Internet.
L’obiettivo dei due superplayer del web è quello di potenziare l’accesso ai servizi evoluti (come i contenuti video HD) attraverso un accesso (a pagamento) preferenziale che preservi la neutralita’ della rete (cioè le condizioni di connessione a internet) incentivando però gli investimenti sulla banda larga e la futura banda ultralarga. Secondo il duo – che punta a coinvolgere tutti i più grandi provider mondiali nel proprio accordo – la neutralita’ della rete potrà essere sempre garantita qualora siano rispettate: 1) l’ assenza di discriminazioni per la fruizione di contenuti leciti del web; 2) l’accesso ad internet attraverso applicazioni legali; 3) la presenza di informazioni trasparenti su servizi e tariffe da parte dei network provider. D’altra parte, gli operatori di rete, spiegano Google e Verizon, hanno il diritto di gestire in modo ragionevole la loro rete e "un fornitore che offre un accesso a internet a banda larga che soddisfa le predette condizioni potrebbe offrire altri servizi supplementari" che implicano "una priorita’ in base al prezzo". Un modello di accesso a internet a due livelli che ha allarmato tutto il mondo, che ha immediatamente intravisto nell’accordo di Google e Verizon il rischio di un web veloce riservato ai più abbienti e un ghetto telematico dove verrebbero ospitati contenuti di basso livello che non necessitano di connessioni di classe superiore. In pratica, la fine del modello orizzontale dell’accesso al web. Un pericolo che gli osservatori hanno colto proprio negli esempi di servizi supplementari proposti da Google e Verizon, secondo i quali "il monitoraggio di cure sanitarie, servizi educativi avanzati o nuove proposte di gioco e divertimento" potrebbero essere modelli riservati all’Internet "premium". E proprio il richiamo a servizi tra i più delicati o i più richiesti è risultato un boomerang per le due aziende americane, accusate dai critici di voler contaminare la democrazia genetica della rete con virus oligarchici. Insomma, l’accordo di Google e Verizon, con la scusa di un’inoculazione, secondo i detrattori, avrebbe ormai decretato l’inizio della fine della net neutrality nel nome del profitto. Immediate le reazioni alla notizia anche in Italia: "La libertà di accesso ad internet è in pericolo. Google e Verizon stanno per creare corsie preferenziali che veicolerebbero piú rapidamente alcuni contenuti a pagamento.La prospettiva è un internet a doppia velocità. Altro che banda larga per tutti, qui è a rischio la neutralità della rete!", ha dichiarato Ignazio Marino, esponente PD. "I fornitori di internet potrebbero inoltre creare concentrazioni contrarie ai principi di garanzia della concorrenza e del mercato, un po’ come è successo nel nostro paese con Berlusconi, che con il suo potere di controllo sulle televisioni, ha reso muta qualsiasi opposizione", ha ricordato Marino. "Perché‚ intervengano contro questa possibile minaccia all’uguaglianza di accesso e comunicazione in internet, ho scritto anche ai miei senatori eletti in Pennsylvania Robert Casey e Arlen Specter", ha annunciato l’esponente del PD, che ha aggiunto: "Mi auguro che la politica italiana non accolga a cose fatte e con il solito ritardo, cambiamenti epocali che possono incidere sulla vita di miliardi di persone, che di Google e della rete si sono servite fino ad oggi liberamente". (A.M. per NL)