Abruzzo, il caso Farina e la FNSI

Abruzzo a Serventi Longhi: “Hai fallito con il contratto, portando i colleghi alla sconfitta e allo sbaraglio. Hai un solo dovere: dimetterti in fretta! Vergogna!”


di Franco Abruzzo (Presidente OdG Milano)

Nella loro scellerata ignoranza del diritto, gli autori delle critiche alla delibera dell’Ordine di Milano hanno dimenticato che nel Consiglio nazionale dell’Ordine la componente di “Autonomia e Solidarietà” (Nuova Informazione) ha almeno 45 consiglieri su 128. Questi consiglieri oggi, dopo il comunicato demenziale (pubblicato da www.fnsi.it) che chiede la radiazione di Farina, sono ricusabili da parte dello stesso Farina. Il Consiglio nazionale è, quindi, paralizzato sul “caso Farina”. Questi signori della cosiddetta sinistra nel recente pass ato hanno cancellato tutte le radiazioni e le sanzioni severe inflitte dall’Ordine di Milano. Hanno la memoria corta, noi no!.

Milano, 29 luglio 2006. Dopo il furibondo e sconclusionato attacco della Fnsi e della componente di sinistra del sindacato alla ragionevole deliberazione dell’Ordine di Milano sul “caso Farina”, Franco Abruzzo ha rilasciato questa dichiarazione: “Vivo in Lombardia da 44 anni per una libera scelta maturata da studente liceale (al “Telesio” di Cosenza) folgorato dalla lezione di civiltà di Cesare Beccaria sul recupero dei detenuti. Quella lezione, che risale a oltre 240 anni fa, oggi vive nell’articolo 27 della Costi tuzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Questo discorso riguarda anche i professionisti sanzionati dal loro Ordine. Alcuni giuristi italiani hanno fatto rilevare che le interdizioni professionali contrastano con l’art. 27 della Costituzione, che vuole la pena finalizzata alla «rieducazione» del condannato. La stessa legge professionale 69/1963 è coerente con l’articolo 27, quando prevede che il giornalista radiato, dopo 5 anni, possa richiedere la riammissione nell’Albo. Tali ragionamenti fanno da sfondo alla deliberazione su Renato Farina unita a un’altra considerazione: Renato Farina ha subito una gogna mediatica infame e disumana, mentre suo figlio è stato additato alla pubblica opinione con lo scellerato termine di “Betullino”. Farina h a pagato una pena accessoria non prevista dall’ordinamento giuridico “.

“Non posso pretendere – continua Abruzzo – che i vertici del sindacato conoscano Cesare Beccarla e la sua lezione. Sono, invece, nipotini di Lenin e Stalin, che hanno usato il terrore come arma politica. I vertici della Fnsi, forcaioli e giacobini improvvisati, alzano un polverone per far dimenticare le difficoltà del momento. Serventi Longhi & C. hanno il dovere di indire un congresso straordinario e di presentarsi dimissionari. Hanno la colpa di aver portato i giornalisti italiani alla sco nfitta sul rinnovo del contratto. VERGOGNA! Nella loro scellerata ignoranza del diritto, gli autori delle critiche alla delibera dell’Ordine di Milano hanno dimenticato che nel Consiglio nazionale dell’Ordine la componente di “Autonomia e Solidarietà” (Nuova Informazione) ha almeno 45 consiglieri su 128. Questi consiglieri oggi, dopo il comunicato demenziale (pubblicato da www.fnsi.it) che chiede la radiazione di Farina, sono ricusabili da parte dello stesso Farina. Il Consiglio nazionale è, quindi, paralizzato sul “caso Farina”. Questi signori della cosiddetta sinistra nel recente passato hanno cancellato tutte le radiazioni e le sanzioni severe inflitte dall’Ordine di Milano. Hanno la memoria corta, noi no!”.

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Dalla home page di www.odg,mi.it

L’istruttoria è durata meno di tre mesi

Giornalisti e Sismi

Renato Farina sospeso per 12 mesi.

Claudio Antonelli assolto

Il Consiglio ha valutato sia la personalità di Farina (incensurato sul piano deontologico) sia il prezzo devastante che lo stesso ha già pagato sul piano dell’immagine e della credibilità dopo l’esplosione dello scandalo; prezzo, che comprende anche gli insulti ai suoi familiari. Nella moderna società dell’informazione, i mezzi mediatici sono in grado di incidere profondamente sul decoro e sulla dignità di una persona (ed è quello che è avvenuto con Farina bersagliato da una campagna denigratoria senza confronti). La sanzione massmediatica è più incisiva e affittiva oggi della stessa pena o della stessa sanzione disciplinare soprattutto quando il protagonista è un professionista.

Per leggere la delibera vai in www.odg.mi.it

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Dal sito www.fnsi.it

Dodici mesi di sospensione a Renato Farina per i rapporti con il Sismi

Fnsi: “Uno scandalo”

Nuova Informazione: “Vergogna, dimettetevi”

Roma, 29 settembre 2006. “Delibere come quella dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, che prevede la scandalosa e ridicola sospensione per 12 mesi di un giornalista reo confesso di aver collaborato (retribuito) con il Sismi, delegittimano di fronte alla categoria e all’opinione pubblica lo stesso ruolo e la funzione dell’organismo di autogoverno deontologico dei giornalisti. Renato Farina andava radiato dall’Ordine e non sospeso per 12 mesi.

Lo stesso Consiglio Regionale della Lombardia afferma che Farina ha tradito la professione giornalistica e ha mantenuto un rapporto costante con il Sismi. Farina è stato regolarmente retribuito dai Servizi Segreti ed ha compiuto atti tendenti a orientare l’informazione del suo giornale sia sul caso Abu Omar sia relativamente alle falsità rispetto al ruolo dell’attuale Presidente del Consiglio Romano Prodi. E nonostante ciò ha continuato a scrivere editoriali per il giornale di Vittorio Feltri. A questo punto occorre che i giornalisti italiani riflettano seriamente su una istituzione che, in questo caso, tende a giustificare comportamenti inaccettabili di iscritti, con uno sconto di pena motivato da una presunta, inesistente, gogna mediatica, specie nei confronti di un reo confesso, con la singolare tesi che la sanzione mass mediatica sia più incisiva della stessa pena disciplinare. L’istituzione ordinistica h a un senso solo se tutela l’interesse collettivo dei cittadini e dei tanti giornalisti che fanno onestamente il loro mestiere, senza “stipendi” corrisposti dalle fonti. Proporrò al Consiglio Nazionale dell’Ordine di chiedere alla Procura della Repubblica di Milano di opporre appello alla sentenza dell’Ordine della Lombardia, perché sia possibile che lo stesso Ordine Nazionale possa comminare una sanzione molto più incisiva”.

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Renato Farina, spione reo confesso dei servizi segreti, non sarà radiato dall’albo dei giornalisti. L’Ordine lombardo si è limitato a sospenderlo per un anno. Una sentenza sconcertante che suscita sdegno e vergogna. E che toglie ogni credibilità a chi l’ha emessa.

Noi da anni denunciamo l’obsolescenza della legge del ’63 – quella istitutiva dell’Ordine -, la sua incapacità ad affrontare e regolamentare i tanti cambiamenti anche tecnologici intervenuti nell’industria dell’informazione.

Se non abbiamo mai chiesto l’abolizione dell’Ordine è solo perché crediamo nell’autogoverno della categoria come garanzia di autonomia professionale a favore della trasparenza e della democrazia. E proprio per questo chiedevano e chiediamo una radicale riforma della legge del ’63.

Ma autogoverno non può significare che una spia reo confessa possa rimanere a far parte della categoria, non può significare abusare del proprio ruolo “istituzionale” per far perdere ulteriore credibilità a tutti noi.

Sappiamo che la decisione dell’Ordine lombardo è stata sofferta e ha provocato divisioni. Ma alla fine contano le decisioni. E quella presa dall’Ordine lombardo è offensiva per tutti i giornalisti onesti.

E’ stata scritta una brutta pagina della storia del giornalismo italiano.

Noi non possiamo pensare di essere rappresentati da chi mantiene nel suo albo spioni prezzolati e reo confessi. A questi consiglieri non rimane che una scelta: quella di dimettersi.

Non vi rimane che una scelta onorevole: dimettetevi.

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