La decisione del Consiglio di Stato che sta occupando in ambito tv giuristi, operatori ed osservatori, dimostra almeno una cosa: che, in quanto a certezza, vale più il rovescio che il diritto.
Nulla è ormai saldo del panorama del DTT italiano: i diritti d’uso sono in discussione dopo un anno dall’assegnazione ventennale (sic!); gli LCN sono da rivedere (forse); le frequenze, se non sono da liberare entro il 31/12/2014 per interferenze colpose ai nostri vicini di casa, lo dovranno essere per la tecnologia LTE entro il 2015, anzi no entro il 2020 (ma forse il 2017 o il 2022); “l’abbaglio dei sensi” ci impedisce di percepire l’ingerenza della tv tematica nella televisione generalista (o viceversa), cosicché pare che non siamo più in grado di affermare l’esistenza di un fatto incontestabilmente inesistente oppure di considerare inesistente un fatto la cui verità risulti positivamente accertata (sono parole del Consiglio di Stato!). Insomma, per dirla con Woody Allen: c’è sempre una luce in fondo al tunnel. Speriamo non sia quella del treno…