A lezione di FMeXtra

Radio Passioni verifica sul campo le potenzialità del sistema ibridido digitale-analogico in FM che sta appassionando gli editori italiani


da Radio Passioni

Oggi ho avuto la mia mattinata esplorativa nelle technicalities del sistema FMeXtra, grazie alle cortese disponibilità di Giovanni Necchi, che mi ha ospitato nel laboratorio di Adven, il rappresentante italiano di DRE. Non è stata una prova di ricezione sul campo (quella conto di poterla organizzare insieme a Rete Otto, l’emittente varesina che per prima ha adottato la tecnologia in Italia) bensì strumentale. Ma proprio per questo è stata molto significativa. Avendo avuto modo di verificare sull’analizzatore di spettro la robustezza di FMeXtra, il sistema di radio digitale basato sul concetto delle sottoportanti ausiliarie appare sempre più come una alternativa praticabile anche su frequenze spremute come limoni come sono le nostre.
Certo, non si deve pensare che FMeXtra possa risolvere in toto tutti i problemi di affollamento: non è un miracoloso moltiplicatore di canali e di opportunità. Come sottolinea Necchi, è un sistema che apre la strada a una quantità di applicazioni mirate che possono favorire le emittenti locali con un buon “footprint” di ascolto. In laboratorio Necchi ha simulato diverse situazioni avverse, come l’effetto di momentanea indisponibilità di segnale (quella che si verifica spesso in mobilità quando si passa accanto a una serie di pali o pilastri) e soprattutto l’interferenza isofrequenza e su un canale vicino, a 100 e 200 kHz di distanza. La sottoportante FMeXtra non sopporta tutto ma se la cava piuttosto bene. E fino a quando il digitale resiste, si ha il vantaggio di usufruire di un audio esente da fruscii e disturbi. Il discorso opposto, cioè l’impatto della portante digitale sulle portanti analogiche vicine non deve spaventare troppo, secondo Necchi. Il segnale digitale è comunque più basso ed è la componente analogica a essere comunque predominante. Diverso, ritengo io, è il discorso per chi come me va alla caccia di segnali molto deboli ma tutto sommato, per essere una tecnologiga “in band” FMeXtra è una interferenza meno distruttiva rispetto a casi come HD Radio e DRM. Per chi trasmette il risultato è che nei 75 kiloHertz canonici di un segnale FM diventa possibile inserire un nuovo stream stereofonico e uno monofonico, che possono essere utilizzati per diffondere programmi etnici, contenuti specifici per locali pubblici e centri commerciali e una combinazione di altri contenuti e servizi tutti da inventare. A fronte di una spesa tutto sommato contenuta (l’encoder FMeXtra costa 12 mila euro).
Che succederà ora? Molte emittenti, attirate dal dibattito che si è acceso qui su RP, su Newsline e, immagino, sulla stampa specializzata, hanno mostrato interesse e hanno richiesto informazioni. «Ma per il momento se ne stanno alla finestra» dice Necchi, anche se a quanto pare nei prossimi giorni ci sarà l’annuncio di un altro test in una importante città. L’altra grossa variabile dell’equazione FMeXtra è quello dei ricevitori, che per adesso vengono ordinati direttamente a DRE e spediti per corriere. Ora come ora in Italia ne sono arrivati cinque, ma sembra che nel giro di poco tempo ne potranno circolare centinaia, in attesa di sviluppi che prevedono l’arrivo di nuovi modelli dalla Cina, compreso un adattatore per autoradio stile iPod, e la firma di accordi con i costruttori che vorranno acquisire da DRE la licenza per il sistema (casualmente, in Svizzera italiana c’è una nota marca di elettronica di consumo che potrebbe essere interessata) Un aspetto, ques’tultimo che riguarda anche l’Italia, considerando che parte di silicio delle radio FMeXtra porta il marchio della italofrancese STM.
Dopo pochi minuti di prove con una antenna di fortuna, la mia personale impressione è che gli scatolotti DRE non sono affatto male. Robusti, un bell’altoparlante incastonato in un case in truciolato ad alta densità, comandi non sempre comprensibili ma sufficientemente ergonomici. La sintonia è molto intuitiva. Quando si capita su una frequenza con portanti digitali si accende una spia e il manopolone di sintonia, ruotando, non si sposta di frequenza ma va “in profondità” sui programmi digitali. In futuro verrà supportato l’RDS analogico e la visualizzazione di informazioni digitali (per esempio la lista delle sottoportanti attive). Line in e out, presa F di antenna, porta ottica per i sistemi di casse compatbili. Presa USB per l’aggiornamento del software (sembra che DRE stia pensando a un filtro notch adattativo per risolvere il problema delle interferenze nella sezione di media frequenza realizzata completamente in DSP). E prossimamente anche slot per SD card per ascoltare la musica e registrarla. Per il momento la radio si sintonizza solo sull’FM analogica e digitale, anche se il menu delle opzioni permette di commutare in pochi secondi sulle gamme OIRT e giapponese! Ma trattandosi a tutti gli effetti di una software defined radio (a parte un filtro ceramico che fa da passabanda sull’RF), niente impedisce di pensare a versioni multistandard. E’ presto per dire se sarà una rivoluzione, ma al momento è lo standard di radio digitale meno pretezioso e più concreto e accessibile che mi sia capitato di provare.

Sull’argomento è in corso un proficuo dibattito su queste pagine. Per leggere gli ultimi interventi e risalire agli altri, cliccare qui.

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