Sono finiti i tempi degli annunci sul giornale, in cui la penna spuntava meccanicamente trafiletti e offerte di lavoro: il mercato si affaccia sul web e attraverso i social network bussa alla nostra porta.
Le ricerche di lavoro abitano sempre più internet, dove gli occhi facilmente scrutano e selezionano le proposte del mercato, cercando di sposare le esigenze e le ambizioni personali con la richiesta professionale. I social network diventano così vetrine professionali, nelle quali esporre il proprio profilo professionale, che diviene automaticamente accessibile da parte di aziende e società in cerca di personale. Tale nuova tendenza è testimoniata dalla recente indagine condotta da Kelly Services, la multinazionale americana delle risorse umane, su un campione di 97 mila persone di 30 paesi: il 33% afferma di sfruttare il social network come trampolino di lancio nel mondo del lavoro. Il passaparola tradizionale e l’autocandidatura, ancora presenti nel panorama lavorativo, vengono gentilmente messi alla porta dai meccanismi virtuali, i quali assicurano procedure di selezione ed assunzione più veloci, e soprattutto forniscono all’utente una visione molto più ampia del mercato. Le aziende si iscrivono a Facebook, e creando un profilo, si fanno notare dagli “amici”, i quali potrebbero diventare potenziali candidati: le informazioni, le caratteristiche, le ambizioni sono accessibili e di conseguenza selezionabili. La vera novità è data da Monster, che ha creato l’applicazione “BeKnown”: consente agli utenti Facebook di creare proprie reti professionali, volte ad intrecciarsi con i bisogni del mercato, il tutto mantenendo, per quanto possibile, la linea di confine tra il privato e il professionale. L’opportunità data dal web è indubbiamente preziosa, ma anche questa volta gioca sulla fragilità della nostra privacy, mettendo a rischio le informazioni private, e quindi il profilo personale, con il curriculum vitae. Facebook ci presenta al mondo del lavoro, ci apre le porte a nuovi datori di lavoro, tentando di appagare i nostri interessi: ma siamo davvero disposti a mischiare il pubblico con il privato? La riflessione sorge spontanea soprattutto dopo i numerosi casi in cui il social network ha causato licenziamenti, attriti sul lavoro e pregiudizi a volte ingiustificati in grado di creare squilibri professionali. Se vogliamo quindi farci “raccomandare” da Facebook, puliamo il nostro profilo e, quindi, spogliamolo di inutili esibizionismi e nutriamolo di serietà. Altrimenti, se tale prezzo appare troppo alto, torniamo ai classici annunci, nei quali la nostra persona è, almeno all’inizio, solo quello che dice il nostro CV. (C.S. per NL)