La necessità di Telecom Italia di togliere il piede che ha nella scarpa del DTT (con una partecipazione del 70% nel network provider Persidera) per consentire ai francesoni di Vivendi il controllo de facto nel colosso italiano delle tlc, potrebbe risolvere esigenze contingenti dell’etere televisivo italiano, lato operatori di rete, in vista della migrazione al T2.Infatti, Persidera, Rai e Mediaset detengono 5 mux a testa (il Biscione ne destina tre alla palla al piede Mediaset Premium e due per i suoi canali in chiaro), H3G Italia, Cairo, Prima Tv (del tunisino Tarak Ben Ammar, imprenditore da sempre molto vicino a Silvio Berlusconi), Europa 7 e il gruppo Retecapri di Costantino Federico, uno ciascuno. Totale 20, su un complesso di 30 che comprende 10 canali delle locali, che però salgono a 40 se si considerano gli scartini subregionali (non impiegabili pienamente, perché non coordinati a livello internazionale). Alla fine del primo tempo del film, di questi 30+10 canali ne rimarranno 14, posto che in tema di interferenze internazionali la pazienza (degli stati esteri) è (giustamente) finita. Il secondo tempo, fissato al 2030 (ma c’è chi giura che non arriverà al panettone del 2027), vedrà l’uscita definitiva della tv dal DTT, il cui segmento spettrale sarà interamente dedicato alla banda larga (dove si domicilierà definitivamente la tv). Ora, ben si comprende che dare un valore attuale ai 5 mux di Persidera è relativamente semplice utilizzando i normali criteri di calcolo della redditività (che portano ad una forbice tra 45 e 75 mln di euro a mux). Se tuttavia l’asset della j.v. Telecom Italia-L’Espresso ha un’aspettativa di vita di poco superiore a 10 anni nella sua interezza, con un target di revisione a meno di tre (2020), la cosa si fa più complicata ed è quindi improbabile che un singolo compratore nuovo entrante (perché il limite alla titolarità è di 5 bouquet DTT) si accolli l’onere di acquistare 5 mux da gestire con un piano industriale così a breve termine. Più probabile quindi che si persegua la strada dello spezzatino a favore di almeno due player minori che, in accordo con i superplayer (che ricordiamo non possono concorrere essendo già titolari di 5 mux cadauno), potrebbero integrare l’attività quali carrier in T2 per ospitare in simulcasting i canali T1 di Mediaset e RAI, che non hanno ulteriore capacità trasmissiva a disposizione, né potranno cambiare formato sino alla definizione di una data di switch-off, a parco ricevitori adeguatosi per permettere la ricezione in high dynamic range imaging. E l’Hdr quadruplica la capacità rispetto alla tecnologia Mpeg2 e la raddoppia rispetto al già evoluto Mpeg4; in pratica oggi su un multiplexer da quasi 24 MB ci stanno 6 canali Mpeg2 oppure 12 Mpeg4 (visibili da circa il 50% dei tv, cioè quelli HD), tanto che Premium trasmette la maggior parte dei suoi canali in Mpeg2. Tradotto: capacità trasmissiva sostanzialmente immutata e passaggio al T2 non traumatico. A condizione di destinare almeno due mux di Persidera al T2.