Non passeranno (di mano) i 700 MHz. L’Italia, Repubblica fondata sulla tv, ribadisce la sua posizione attraverso la commissione Trasporti della Camera, rinnovando la richiesta rivolta all’Europa di concedere tempo fino al 2022 per ultimare il processo; il tutto per coordinare il rilascio delle frequenze controverse con il passaggio allo standard DvbT-2.
L’Europa, per tutta risposta, tira dritto per la sua strada adottando una Decisione sulle specifiche tecniche finalizzata ad accelerare il processo di liberazione. In sostanza, l’UE stabilisce che la banda 700 è dedicata ad alcuni specifici utilizzi oltre alla banda larga mobile quali protezione civile, emergenze e interventi in caso di disastri (PPDR), microfoni wireless (audio PMSE) e comunicazioni M2M. Così, mentre in Italia associazioni e stampa decantano il (presunto) grande risultato ottenuto cantandogliele ad un’Europa sempre più stretta e disunita, la Comunità tratta il nostro paese come il fratellino scemo, ignorandone i capricci e sulla scorta delle proiezioni che per il 2020 stimano un aumento di otto volte della connettività mobile.