Asta per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il 5G conclusa dopo una vivace competizione tra i vari partecipanti che ha portato un piccolo tesoretto nelle casse dello Stato.
L’ammontare totale delle offerte per le bande messe a gara, infatti, ha superato di oltre 4 miliardi l’introito minimo fissato nella Legge di Bilancio, raggiungendo la significativa cifra di 6.550.422.258,00 euro.
Come riportato su queste pagine, insieme ai 700 MHz (2.039.909.188,00 euro), è stata la banda 3700 MHz a destare l’interesse degli operatori del settore della telefonia e a registrare offerte da capogiro (4.346.820.000,00 euro). La società che ha investito di più è stata Telecom Italia S.p.A., che ha pagato ben 1.694.000.000,00 euro per il lotto specifico (C1) di 80 MHz; poi Vodafone Italia S.p.A., che per il lotto generico di 80 MHz in asta ha speso 1.685.000.000,00 euro. Infine, sullo stesso ordine di grandezza, si sono collocate Wind 3 S.p.A. e Iliad Italia S.p.A., le quali per il lotto generico di 20 MHz hanno speso rispettivamente 483.920.000,00 euro e 483.900.000,00 euro.
Gli analisti di Fitch Solutions (gruppo Fitch) hanno confrontato l’asta italiana per il 5G sulla banda 3700 MHz con quella della Finlandia. Lato spesa, ciò che emerge è che, mentre la gara italiana ha battuto tutte le aspettative, raccogliendo molto più di quanto previsto, quella dello stato scandinavo è rimasta in linea con gli importi pagati nel 2016.
In particolare, “la grande sorpresa è arrivata con lo spettro da 3700 MHz, che in Italia ha raccolto più di 4,3 miliardi. Su base comparabile […] ciò significa che la stessa banda è costata dieci volte di più in Italia che in Finlandia”. Ma c’è da chiedersi, a fronte della diversa situazione dei due Paesi, se questa forte differenza di prezzo degli asset in asta abbia senso. Proprio su questo, la società di analisi ha sottolineato la forte discrasia nell’assegnazione delle frequenze 5G: “L’asta finlandese consentirà agli attori del mercato di continuare ad essere tra i primi a sperimentare servizi avanzati di telefonia mobile”.
Di tutt’altro tipo, invece, le opinioni riguardanti il Belpaese, contesto nel quale – a detta di Fitch – “gli operatori italiani hanno strapagato le loro frequenze, come misura difensiva nei confronti della nuova entrata Iliad e non per un reale bisogno di lanciare il 5G”, soprattutto se si tiene conto che il nostro territorio ha il livello di penetrazione del 4G tra i più bassi d’Europa, mentre la Finlandia è tra i primi.
Sembrerebbe, infatti, che l’interesse di Tim e Vodafone sia esclusivamente quello di ostacolare la rivale Iliad, il cui focus è proprio la competizione sui dati mobili.
Ovviamente, per contrastare l’ultima arrivata nel mercato della telefonia potrebbe non bastare aver speso queste ingenti cifre per la banda 5G. Fatto sta che, per ora, l’unico soggetto ad aver beneficiato della corposa asta è solo lo Stato, con in pancia 4 miliardi di euro in più del previsto. (G.C. per NL)