Il 2016 sarà l’anno della radiofonia. Ma non per il pur previsto incremento della raccolta pubblicitaria, che si stima confermerà la progressione registrata nel 2015 (oltre il 10%), quanto per lo tsunami provocato dall’ingresso di Mediaset in Finelco, il più importante gruppo radiofonico privato italiano, in cui gravitano Radio 105, RMC, Virgin Radio e in cui s’integreranno le emittenti del Biscione, R 101 e GBR.
Con 140 mln di euro di raccolta, quasi i due terzi dell’ascolto del medium in mano, la pesante discesa in campo di Mediaset imporrà triplici alleanze, triplici intese e assi Roma-Milano, con una pressoché totale riscrittura degli equilibri consolidati. Non solo, la risoluzione dei Berlusconi Boys nel voler gestire con la sola Mediamond la raccolta di tutte le emittenti, ha immesso sul mercato due decine di venditori agguerriti, che molto probabilmente rafforzeranno le fila di concessionarie concorrenti esistenti e magari nasciture. Senza considerare l’impatto editoriale della revisione del format di R 101 (archiviata l’idea sportiva, si pensa a qualcosa che completi l’offerta del pacchetto radio) e la variabile costituita dal titolo autorizzatorio di GBR (ex Voice of America). Movimenti tellurici che hanno contribuito alla nascita della seconda radio in casa RTL (Zeta L’Italiana) dopo la mancata conclusione dell’acquisto di R 101 dalla stessa Mondadori (dopo il niet di Piersilvio) e stanno favorendo la costituzione di prodotti nazionali alternativi da integrare alle reti nazionali in portafoglio alle concessionarie captive dei principali player radiofonici. Anche questo un segnale che la crisi è ormai alle spalle…