"Il sistema televisivo locale non può più mantenere il numero spropositato di soggetti attualmente operanti. Cinquecento Tv locali (110 solo in Sicilia) sono troppe".
I dati del trimestre luglio- settembre 2015 di Sky Italia parlano chiaro: gli abbonamenti della pay tv calano a quota 4.688.000, con un colpo di 37 mila in meno rispetto al precedente trimestre aprile- giugno (ma solo 16 mila in meno rispetto all’ analogo periodo del 2014).
Probabilmente i soci Auditel si aspettavano (o quantomeno auspicavano) solamente un chiacchiericcio fine a se stesso durante i 15 giorni di stop rilevazioni; decisione forse sofferta ma inevitabile per tentare di arginare lo scandalo Audigate e comprendere come attuare la sfida titanica, quella che, a detta di molti, è assolutamente impossibile: rifare daccapo il panel compromesso, triplicando il campione delle famiglie ricomprese, il tutto in tempi brevi, brevissimi.
Secondo il dati del ventunesimo “Studio economico del settore televisivo privato italiano” curato da Confindustria Radio Tv le Tv locali "rappresentano sempre la quarta forza del mercato televisivo italiano (la terza senza la Rai), con una quota del 6,2% ma arretrano sempre di più sia in termini di ricavi, margini operativi e numero di dipendenti".
“Chi scommette sul nostro paese è benvenuto: confidiamo che Netflix investa nella produzione italiana di film e fiction, come ha già iniziato a fare, e contribuisca a farla conoscere nel mondo. Internet sta già cambiando il sistema televisivo e in pochi anni lo rivoluzionerà: è bene che anche la Rai si attrezzi e si muova in quella direzione, come i nuovi vertici Rai mi sembra stiano facendo”.