Dopo le
buone notizie del comparto radiofonico, segnali positivi arrivano anche dal mercato della pubblicità televisiva. I dati Nielsen relativi al mese di ottobre 2014 certificano infatti l’inversione di tendenza della raccolta pubblicitaria anche nel comparto tv, sia a livello locale (da annotare – anche se non ancora certificato dall’istituto di ricerca – una curiosa inversione di tendenza sulle televendite, che tornano ad essere richieste, forse anche in conseguenza dei deludenti ritorni dalle innovative formule web), che nazionale.
Richard Branson, fondatore del colosso Virgin Group e licenziante del marchio Virgin Radio, concesso in Italia al gruppo milanese Finelco, cui fanno capo anche le emittenti nazionali Radio 105 e RMC, ha deciso di diventare testimonial della campagna promozionale ‘Style Rock’ della stazione italiana.
Storiche tv private sarde alle prese con la crisi e il ridimensionamento: i sindacati lanciano l’allarme. "Ancora non si è spento l’eco dell’ultima vertenza nel settore – denuncia Tonino Ortega, segretario generale Uilcom Sardegna – che in queste ore Videolina apre le procedure di mobilità, con la prospettiva di licenziamento di metà del personale tra giornalisti, impiegati e tecnici di produzione".
E’ affidata a una decina di persone, che si incontrano ‘de visu’ solo "quattro o al massimo cinque volte l’anno", tutta la comunicazione della Lega Nord.
L’editoria cooperativa, non profit, di idee e testimonianza, che opera in gran parte nel settore dell’informazione locale, rischia di scomparire.
Le tv locali mangeranno il panettone, ma non è detto che gusteranno la colomba.
La concessionaria della PRS Media Group si prepara ad un 2015 con molte novità sul fronte televisivo, radiofonico e della carta stampata.
“Le tv locali sono lo specchio di un certo modo di governare l’Italia. Sono un caos, un ginepraio inestricabile in cui non c’è alcuna certezza. Quante sono? Forse 480. O almeno questo è l’ultimo numero noto nel 2012” si legge nell’articolo di Stefano Carli, apparso su Repubblica lunedì 1° dicembre.
Continua la carestia causata dalla crisi nel settore dell’editoria: i quotidiani nel loro complesso registrano -10% a fatturato e -6,9% a spazio; i settimanali -8,3% a fatturato e -5,7% a spazio; i mensili -7,5% a fatturato e -13,5% a spazio.