Le difficoltà erano già iniziate nel 2009, momento in cui venne presentato un piano di ristrutturazione del debito che delineò un nuovo assetto del gruppo non più da editore televisivo con creazione propria di contenuti, ma da vettore di prodotti esterni indipendenti.
”Lancio un appello al ministro Passera perche’ convochi il prima possibile il tavolo tecnico piu’ volte richiesto dal presidente Introna per il digitale terrestre”, ad affermarlo e’ Peppino Longo (Udc), consigliere regionale della Puglia.
Altra scorpacciata di dati sull’ascolto radiofonico, dopo il forzato lunghissimo digiuno a seguito della debacle dell’indagine Audiradio.
La neo joint venture, Gruppo L’Espresso-PRS Media Group, nata per gestire il rapporto con i centri media, inizia ad operare, avviando trattative con emittenti televisive straniere per offrire banda trasmissiva in affitto e supporto nella raccolta pubblicitaria. Pare, infatti, che nuovi canali esteri sarebbero in procinto di sbarcare in Italia già dal 2013.
Il gruppo televisivo Profit, proprietario, tra gli altri, delle emittenti locali Odeon Tv, Telereporter, Telecampione e Telepadania, emittente della Lega Nord, ha annunciato nei giorni scorsi un piano di licenziamenti di massa dei propri dipendenti: giornalisti e tecnici appartenenti a ciascuna delle proprie redazioni.
"Sulla carta non c’era nessun impedimento all’acquisto di La7, ne’ in termini di frequenze ne’ in termini di fatturato, anche perche’ eventualmente ci sarebbero stati degli impegni da parte nostra. E’ stata esclusivamente una valutazione che abbiamo fatto sull’asset".
"La sentenza che manda in carcere Sallusti è il risultato sconvolgente di una norma orrenda del nostro codice, incompatibile con le democrazie avanzate e liberali e con i canoni delle democrazie europee".
”Domani faro’ il titolo piu’ semplice della mia vita: ‘Sallusti va in galera”’. E’ quanto ha detto Alessandro Sallusti al termine del suo collegamento con la trasmissione di Mediaset ‘Pomeriggio cinque’.
Per il gruppo Profit (editore di riferimento Raimondo Lagostena), esposto verso il sistema creditizio e i fornitori per circa 40 milioni di euro, si prevede una ristrutturazione attraverso la cessione di molti asset.