Ai fini IVA, la società estera che cede prodotti editoriali è obbligata a identificarsi in Italia all’atto del superamento della soglia di 35mila euro annui, calcolata sulla base dei corrispettivi effettivamente percepiti, e a versare l’imposta applicando, eventualmente, il particolare meccanismo della resa forfetaria.
Le difficoltà erano già iniziate nel 2009, momento in cui venne presentato un piano di ristrutturazione del debito che delineò un nuovo assetto del gruppo non più da editore televisivo con creazione propria di contenuti, ma da vettore di prodotti esterni indipendenti.
”Lancio un appello al ministro Passera perche’ convochi il prima possibile il tavolo tecnico piu’ volte richiesto dal presidente Introna per il digitale terrestre”, ad affermarlo e’ Peppino Longo (Udc), consigliere regionale della Puglia.
Altra scorpacciata di dati sull’ascolto radiofonico, dopo il forzato lunghissimo digiuno a seguito della debacle dell’indagine Audiradio.
La neo joint venture, Gruppo L’Espresso-PRS Media Group, nata per gestire il rapporto con i centri media, inizia ad operare, avviando trattative con emittenti televisive straniere per offrire banda trasmissiva in affitto e supporto nella raccolta pubblicitaria. Pare, infatti, che nuovi canali esteri sarebbero in procinto di sbarcare in Italia già dal 2013.
Il gruppo televisivo Profit, proprietario, tra gli altri, delle emittenti locali Odeon Tv, Telereporter, Telecampione e Telepadania, emittente della Lega Nord, ha annunciato nei giorni scorsi un piano di licenziamenti di massa dei propri dipendenti: giornalisti e tecnici appartenenti a ciascuna delle proprie redazioni.