Sembra di essere tornati al 1993, l’Italia nel mezzo di una crisi politica (questa volta anche, soprattutto, economica) e affidata a un governo tecnico e la più grande industria privata di intrattenimento del paese, nonostante lustri di aiuti governativi d’ogni tipo, che versa in un profondo rosso e in cerca di soluzioni per non precipitare del tutto.
Il governo forse rivedrà la procedura per l’assegnazione delle frequenze Tv liberate con il passaggio al digitale terrestre e per le quali è in corso una gara con il metodo del beauty contest.
La liberalizzazione delle frequenze "sara’ sicuramente allo studio di questo governo. Ci sono personalita’ che sono in grado di mettere in campo percorsi di liberalizzazione importanti, nonostante Berlusconi".
”Se le frequenze televisive vanno messe ad asta, poi le risorse devono essere indirizzate al bilancio dello Stato. Dopodiche’ le scelte le deve fare il governo.
C’è chi, come l’Italia dei valori, arriva ad ipotizzare che dietro ci siano "accordi sottobanco" fatti ancora una volta per favorire Silvio Berlusconi.
Auditel, la società che esercisce il ben noto sistema di rilevazione di audience e share dei programmi televisivi, è in questi giorni sotto attacco su diversi fronti.