"Si avvicina la resa dei conti per porre fine allo scandalo delle graduatorie Corecom utilizzate quale criterio per l’assegnazione alle tv locali della numerazione LCN".
In attesa del 30 agosto, data in cui il Consiglio di Stato discuterà l’istanza cautelare proposta da Agcom nel ricorso contro la sentenza del TAR Lazio di annullamento della delibera 366/10/CONS, i fornitori di servizi di media audiovisivi analizzano i bandi indetti dal MSE-Dipartimento Comunicazioni per l’attribuzione dei LCN nelle regioni Liguria, Toscana e Umbria.
Entro il prossimo mese di settembre dovranno essere presentate le domande ai fini dell’inserimento nelle graduatorie previste dall’art. 4 del D.L. 34/2011 (convertito dalla L. 75/2011) per l’ottenimento dei diritti di uso relativi alle frequenze radiotelevisive nelle Regioni Liguria, Toscana e Umbria, in previsione del prossimo switch-off.
Udite, udite! Le frequenze dello spettro radioelettrico sono una risorsa pubblica, e quindi chi vuole utilizzarle per far business deve pagare il giusto prezzo alla collettività.
Di rosso ci sono rimaste soltanto le casse. Già, perché del ministro Brambilla, entusiasta fondatrice di quello che per Forza Italia (alias, Pdl), partito verticistico fondato sul culto della personalità del capo, sarebbe dovuto diventare l’amplificatore della vox populi, si sono perse le tracce già da un bel pezzo.