Via libera dell’Agcom alle nuove regole sulle web tv. Secondo quanto si apprende, il Consiglio ha approvato i regolamenti relativi ai servizi audiovisivi lineari e a richiesta diffusi via Internet, apportando una drastica semplificazione rispetto al testo posto in consultazione pubblica.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate direttamente dalla sede di largo Donegani a Milano, il gruppo Finelco starebbe impacchettando (non c’è verbo più azzeccato, in questo caso) una nuova web radio per il periodo natalizio.
L’Italia è proprio la terra dei cachi, dove si può dire e fare tutto e il contrario di tutto; dove i conflitti d’interessi falsano ogni partita, dove tra la ragione e il bilancio s’inserisce sempre l’interesse.
Si complica il percorso per la riassegnazione dei canali del cd dividendo esterno (segmento 61-69 UHF più altri canali inutilizzati dalle tv nazionali e locali).
Mentre dal tardo pomeriggio di oggi stanno giungendo via fax ai fornitori di servizi di media audiovisivi lombardi i provvedimenti del MSE-Com di attribuzione degli LCN in vista del super switch-off di dopodomani, la Commissione UE si è espressa sulla prossima gara per il dividendo interno.
A sostenerlo è uno studio svolto da due ricercatori della Oxford University i quali hanno dimostrato come un tale squilibrio (tra ricavi derivanti dalle vendite del quotidiano ed inserzioni) sia la causa principale dell’ondata di tagli all’organico che ha colpito il mondo dell’editoria – in particolare quella inglese.
Avranno tempo sino al prossimo 26 novembre i fornitori di servizi di media audiovisivi per ottemperare alle disposizioni impartite dal Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni per l’attuazione di una “coordinata numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre sull’intero territorio nazionale”.
Ancora non si intravede la fine del tira e molla che sta paralizzando Audiradio, alle prese con il fallimento del nuovo metodo d’indagine Diari e il congelamento dei dati del vecchio metodo di rilevamento Cati.
Il vigente regime delle partecipazioni nelle imprese editoriali non permette all’Agcom di assicurare la trasparenza degli assetti societari e di controllare e sanzionare eventuali posizioni dominanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC).