Il 26 novembre ha avuto luogo l’epocale switch-off della Lombardia. E regolarmente si sono manifestati i problemi sottesi e disattesi, invero con qualche ulteriore, sgradita, sorpresa.
1976, Milano. In una metropoli che si è ripresa a fatica dall’austerity e che cerca di ricostruirsi una tranquillità sociale tra lotte sindacali e movimenti studenteschi distraendosi nelle prime discoteche votate alla disco-music, è il momento magico delle radio libere.
Il 26 novembre, alle 17.00 – in pieno switch-off dell’area tecnica 3 – sono iniziate le regolari trasmissioni del nuovo canale musicale nazionale sul DTT Virginradio TV.
I milanesi sono alle prese con i problemi tecnici (ampiamente annunciati ma, ciononostante, assurdamente sottovalutati) dello switch-off tipici delle aree ad elevata urbanizzazione.
SCF – il consorzio che in Italia rappresenta l’industria discografica nella raccolta dei diritti dovuti ad artisti e produttori per la musica registrata trasmessa in pubblico – plaude al provvedimento di regolamentazione varato ieri dall’Agcom, che interessa in mondo web radio e web tv.
Gli ingenti investimenti effettuati nel corso dei quattro anni trascorsi dal lancio della tv mobile non hanno dato i frutti sperati, tanto che TIM ha annunciato che entro fine anno spegnerà il suo canale DVB-H – nonostante il contratto quinquennale stipulato a suo tempo con Mediaset per l’uso delle frequenze e della rete scada nel corso del prossimo anno.
Che non sarebbe stata una passeggiata si sapeva, ma quel che sta succedendo in queste ore nelle province interessate dall’epocale switch-off della parte demograficamente più rilevante dell’Area Tecnica 3 supera le più pessimistiche previsioni.
Finalmente Milano, al pari di tante grandi metropoli mondiali, centri economici e culturali di importanti aree geografiche, avrà la sua televisione. O almeno questi sono gli ambiziosi intenti dei fondatori.
Il Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico ha rilasciato l’assegnazione della numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre (LCN) ai fornitori di servizi di media audiovisivi in esercizio nell’Area tecnica 3 (Lombardia, Piemonte orientale, Parma e Piacenza) e ai fornitori di servizi in ambito nazionale e locale.